Oltre il tempo, oltre la morte

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Noi siamo ancora qui, nere sagome deformi, tutti in piedi, per l’eternità.
Ma abbiamo compiuto un giuramento di sangue: “Difenderemo la via, anche nella morte ed oltre”.
E noi teniamo fede al patto.
Persone giungono, li sentiamo belare da lontano, come pecore. Turisti! Schiamazzano impazziti, eppure non ci hanno ancora visto!
Cosa succederà quando ci scorgeranno? Resteranno a bocca aperta, increduli dall’orrore, poi fuggiranno sciamando, calpestando a morte i più deboli, nel terrore di non allontanarsi in tempo e abbastanza da noi.
Noi che non siamo più simili a come fummo ieri, noi che siamo così simili a come saranno anche loro domani.
Presto avremo qualche vittima, per lo più bambini e donne, non abbastanza forti e non abbastanza veloci da sfuggire alla nostra furia e alla brama insaziabile di sangue.
Potremo così rifocillarci per un pò e continuare a proteggere la nostra patria, fuggevole ma intenso ricordo.
Non vogliamo ricordare quella che fu la nostra vita. Il tempo ci ha portato via tutto: casa, famiglia, patria, carne e sangue.
Immutata nei secoli resta la nostra gloria.

Ma è il nostro odio mortale a reggerci in piedi.
E rimaniamo qui, su queste scabre, solitarie alture, a difendere un onore che non c’è più, assetati di sangue, affamati di vendetta.
Oggi le nostre tombe sono oggetto di curiosità dei turisti.
Venite, dunque a sfidarci!
Tremerete davanti ai nostri corpi a brandelli, urlerete guardando le orbite rosse e le bocche irte di zanne.
Pianto e disperazione, terrore e dolore, morte.
E allora vi strapperemo le carni; con dita scheletriche sradicheremo il vostro cuore dal petto; succhieremo il sangue fino all’ultima goccia, per strapparvi ogni brandello di vita.
Perché io sono Leonida e vi attendo alle Termopili con i miei fidi compagni.
Siate onorati d’essere cibo per gli immortali guerrieri d’Atene!

Pierangela Eliogabalo