Qualsiasi sia, basta!

Era un’ora qualsiasi, di un giorno qualsiasi in un anno qualsiasi.
Una madre qualsiasi camminava tra le vie polverose d’una città.
Il volto coperto, il corpo nascosto, si muoveva ondeggiando lentamente i fianchi. Teneva sottobraccio un vaso di terracotta che conteneva la cena dei suoi figli composta solo da pochi cereali.
Si dirigeva verso la sua casa in mattoni di fango. L’entrata era posta sul lato e per accederci bisognava salire qualche ripido e storto scalino.
Si guardava attorno pronta a scappare se ce ne fosse stato bisogno. La guerra era scoppiata da pochi mesi e l’aria era ricca di tensione ma soprattutto di paura. I militari non erano ancora arrivati fino alla sua città ma lei sentiva già l’odore della morte che, inalato dalle narici, le percorreva tutto il corpo.
Un veloce aereo passò sopra i tetti delle case.
Alzò lo sguardo ma lo abbassò immediatamente travolta dal dolore. Un rumore assordante, un tonfo che fece vibrare la terra. Le urla soffocate da una nuvola di fumo bianco.
Questo era lo scenario che si sviluppò in pochi attimi alle sue spalle a pochi minuti da lei.
Corse verso casa. Il suo cuore s’era fermato. Entrò in casa sbattendo la porta.

I suoi figli erano nascosti sotto il tavolo, spaventati dall’esplosione. Si diresse verso di loro e li strinse forte.
Aveva già perso il marito, che poche settimane prima era partito a combattere per le anime del suo paese.
Avrebbe salvato almeno loro.
Fuori dalle loro fragili mura l’inferno era arrivato. Grida d’innocenti si fondevano in un’assordante preghiera agli dei.
Una nube bianca fiutò la paura dei bambini soffocata dalle vesti della madre. S’introdusse in casa.
Ogni brandello di velo era ormai la salvezza delle sue creature.
Li avvolse in esso e si abbandonò al respiro.
I suoi polmoni s’aprirono alla morte. Il suo corpo s’accese e ogni piccola goccia d’acqua in lei bruciò. I suoi muscoli si staccarono con violenza dalle ossa, ogni suo più piccolo tendine si ruppe con una tale violenza che frustò i suoi organi interni che stavano carbonizzandosi. Il suo corpo cadde all’indietro ma prima di raggiungere la terra i suoi occhi riuscirono ancora a vedere i suoi figli che, liberatosi dal velo, si stavano lanciando in un abbraccio mortale verso il rovo del corpo di madre. Cercò d’urlargli d’andar via ma appena aprì la bocca la sua lingua sbalzò fuori in un mucchio di cenere.
Era tardi...

Maria Chiara Bernasconi