Il risveglio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Quando, dopo secoli di vago peregrinare tra desolate pianure prive di vita, il suo corso ricongiunse finalmente le acque a quelle della Dea madre Oceano, lo Spirito del Fiume si destò dal lungo sonno della non esistenza.
Enorme era la distanza che separava il monte dove nascevano le sue acque dal punto di congiungimento col grande mare, vaste erano le terre che bagnava, ma la vita in esse era quasi del tutto assente: poche ed esanimi le piante che affondavano le radici nel terreno nei pressi del suo letto, rari gli animali che si abbeveravano sulle sue sponde per perpetrare la loro seppur limitata esistenza. Questi ultimi in particolare destavano il suo interesse; la loro essenza vitale era così aliena dalla sua da risultargli quasi impossibile comprenderla: bruciava rapida, ma sfolgorante e intensa.

Un giorno però percepì la presenza di una creatura diversa. Il suo corpo era di carne come quello degli altri animali, ma a differenza di questi sembrava privo di un’anima. Provò orrore per essa, frammisto a grande pietà per le sofferenze che provava. Dopo la prima, a centinaia giunsero a soddisfare la loro dissennata fame, nutrendosi delle carni degli animali che si fermavano ad abbeverarsi. Esauriti questi ultimi, iniziarono a cibarsi dei loro stessi simili, portando avanti le loro insane esistenze in corpi corrotti e putrescenti, insozzando le sue acque limpide con le loro carcasse marcescenti ma ancora frementi di quella fame insaziabile, loro anima.
Infine ne rimase solo una, orrendamente mutilata, a trascinarsi con l’unico arto rimastole verso le sue acque alla ricerca di una improbabile salvezza. Il suo volto disfatto si specchiò, nei suoi occhi vuoti balenò una ritrovata consapevolezza: atroce fu il grido che emise prima che la sua testa cadesse nella corrente dove continuò a urlare silenziosa e inascoltata per ere interminabili.

Omar Laner