E sorrido...

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Adoro la mia stanza, il mio letto cosi infinitamente spazioso e gli scaffali e poi l'armadio cosi grande e misterioso. Lì un giorno come tanti altri ero seduta sul letto, sorridevo e la mia adorata stanza era illuminata solo da una debole luce proveniente dalla notte al di là della finestra. Improvvisamente sentii dei passi valoci che tonfavano sul pavimento in legno del corridoio e di scatto la porta si apri, entrò la mia mamma spaventatissima che la richiuse subito accucciandosi ai suoi piedi. Aveva indosso solo una vestaglietta bianca.

Cominciò a piangere e dopo poco vidi una luce filtrare attraverso la fessura sottostante la porta tra le sue gambe creando nella stanza ombre terrificanti. La porta comincio a sbattere sempre di più come se qualcuno volesse entrare, si sentivano colpi brevi ma potenti, ad ogni colpo la porta sembrava esplodere, ad ogni colpo la mia mamma emmeteva urla sempre piu acute. Poi la luce che filtrava da sotto la porta si ritiro lentamente e per qualche attimo il mio mondo fu governato dal silenzio. La mia mamma si alzo ancora tremante e con il viso inondato di lacrime fece due passi, la porta si aprì facendo entrare una luce fortissima ostruita solo dalla sagoma dell'uomo col cappello. Sapevo cosa voleva, veniva sempre. La mia mamma svenì per terra e l'uomo col cappello la prese in braccio e la portò con sè, non l'avrei mai più rivista e così provai inutilmente a fermarlo, urlai di non portarmela via, ma in fondo non ho un cuore e nemmeno un'anima sono solo una piccola bambola seduta sul letto, spettatrice di un giorno come tanti altri. E Sorrido...

Francesco Nero