Mare nostrum

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Il mare.
Il mare è sempre stato la sua passione, ma ora...
Forse dovrebbe parlarne con qualcuno: sua moglie, magari un medico... ecco, sì... un medico sarebbe la decisione più saggia. Tuttavia...
Qualcosa è cambiato, da quel mattino di una settimana fa. Si sente diverso, le percezioni come alterate, e anche sua moglie avverte il mutamento: lo guarda con un misto di preoccupazione e repulsione. Sì: repulsione! Perché la ferita alla base della nuca non solo non migliora, ma sembra crescere e diventare ogni giorno più profonda: livida, pulsante, come dotata di una sua autonomia.
Eppure, dentro la sua testa, sente come un sussurro...

 

non preoccuparti, andrà tutto bene...

 

Sa che dovrebbe raccontarle cosa è successo, di come nel fare la solita immersione si sia imbattuto in uno strano cunicolo, naturale a prima vista, ma che nel suo srotolarsi simile ad un intestino all’interno della roccia, presentava curve e smussature che di naturale avevano ben poco...

 

è il nostro segreto...

... confessarle come infine, giunto in una sorta di camera, dove l’acqua si era fatta improvvisamente più tiepida e viscosa, in un’oscurità che neanche la sua torcia riusciva a squarciare, aveva creduto di vedere tante piccole creature, simili a calamari, ma con troppi e più lunghi tentacoli, irti di aculei... e poi qualcosa di molto più grande, come un’ombra, che si agitava sul fondo della cavità. Ed è allora che si era sentito pungere e, terrorizzato, si era precipitato verso l’uscita...

 

No. Nessuno deve sapere.

 

Il mare.
Il mare gli darà le risposte di cui ha bisogno...
Sale in macchina, e non si accorge dello sguardo terrorizzato della moglie, sconvolta alla vista dei sottili tentacoli che escono dalla ferita ed esplorano, come mostruose vibrisse, un mondo a loro nuovo.
Nella sua mente riecheggia un solo pensiero:

 

arrivo, fratelli...

Michele Sotgia

Il primo libro che ho comprato è stata un'edizione per ragazzi de "Lo scarabeo d'oro e altri racconti" di E.A. Poe, quando avevo otto anni; poi, con l'adolescenza, è arrivato il Re. Da allora mi diletto a buttar giù dei racconti.