Il nuovo mondo

Una morte banale, anzi proprio sciocca, stavo attraversando la strada, e un'auto mi ha investito, come faccio a saperlo?
Sono qui in mezzo alla strada, con una folla di persone, e guardo il mio cadavere. Non ho mai pensato alla morte, forse perché sono ancora giovane, trent'anni, ma se qualcuno mi avesse detto che sarei diventato un fantasma non ci avrei creduto. E' stato tutto così rapido, non ho sofferto, ecco adesso è arrivata l'ambulanza, sono scesi due infermieri, mi hanno messo sul lettino e coperto con un sudario, e tutto finito, l'ambulanza parte, si allontana, ecco è sparita.
La folla fa qualche commento poi si disperde, ognuno torna alle sue faccende, già sono un ricordo lontano, non si rendono conto... Vogliono dimenticare, ma forse anch'io avrei fatto lo stesso, non è indifferenza è il fato, non ci si può fare niente, bisogna rassegnarsi. E' adesso cosa faccio, un po' sono contento, almeno è finito tutto quel correre, prima il lavoro, poi le spese, le preoccupazioni familiari, era un ciclo perpetuo, erano pochi gli attimi di pace, di serenità.
Almeno adesso, avrò un po' di tempo, che sto dicendo, tutto il tempo che voglio, per dedicarmi a me stesso. Oh, oh che splendida ragazza, va bene forse qualcosa mi mancherà, ma mi sbaglio o sta venendo verso di me.

- Ciao, sei appena arrivato.
- Sì mi hanno investito da poco.
- Io mi chiamo Giulia.
"Comincia a piacermi questo posto"
- Io mi chiamo Enrico.
- Sono una psicologa, in questa comunità ho l'incarico di preparare le persone che sono appena giunte, in questo, come definirlo... Nuovo mondo, la maggior parte delle persone si adatta, ma il resto dobbiamo rinchiuderle.
- Anche qui ci sono i manicomi?
- Sì e non solo, abbiamo uno stato, delle leggi, vedrai che è molto simile al mondo che hai lasciato. Vedi a ognuno viene assegnato un compito, perciò dovrai dirmi, di cosa ti occupavi prima, in modo da poterti inserire nella nostra società.
- L'ho sapevo, ricominciano le seccature, stavo pensando che forse qui avrei trovato un po' di tranquillità, invece...
- Guarda, che anch'io la pensavo come te, quando sono giunta qui, ma devi sapere che dopo un po', ci si comincia ad annoiare, perciò non so chi, ha deciso di organizzare una società simile a quella di prima, c'è solo il fatto che qui non ci sono morti, altrimenti sarebbe come se non fossi mai deceduto. Vieni andiamo al bar, ti offro la colazione.
- Almeno qualcosa di buono c'è anche qui, senti sei fidanzata, sposata...
- No, non sono né fidanzata, né sposata, ma te l'ho dico fin da ora, con me non c'è niente da fare.
- Non ho fretta, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tu cosa prendi, io voglio un cornetto e un cappuccino, paghi tu non è vero, stavo pensando che stasera potremmo cenare insieme, così mi potrai dire meglio come funziona questa società.
- E tieni le mani a posto, come vedo già ti sei adattato.
- Che vuoi, sono vecchie abitudini.

Rosario Zingone