(Me) fistole

Quando li ho guardati per la prima volta ci avevo riflettuto da parecchi giorni. Ne avevo paura. Ed infatti...
Però li avevano visti tutti pensavo: mamma che mi aveva assistito sin dal primo giorno, papà zia, zio insomma tutti quelli che erano venuti a trovarmi, persino il vicino di casa. Mancavo solo io, che cosa avrebbe potuto farmi?
Era una cosa che non volevo fare che mi rabbrividiva, che mi faceva sentire una specie di mostro stregonesco, un aborto umano dannato fin dalla nascita.
Mai si sarebbe potuto pensare. Sin da piccolo quel buco nero al lato del mio sorriso, aveva condizionato tutta la mia vita. Protesi su protesi avevano tentato invano di chiuderlo, ma nessuna era durata, tutte venivano rigettate, con la conclusione di una rinuncia ad un sorriso sempre celato, evitato.
Due, il canino destro ed il primo molare, mancanti dalla nascita sulla mia gengiva superiore.

Una vita d’inferno, un complesso terribile, un vai e vieni da dentisti specializzati ed odontotecnici per non riuscire a creare, inspiegabilmente, un perno da poter avvitare all’osso.
Niente di niente, tutto inutile io quei denti non LI DOVEVO AVERE.
E poi la spiegazione, improvvisamente tutto chiaro, ma assolutamente inconcepibile, malefico, orribile, demoniaco.
Il corpo umano è una macchina meravigliosa e terribile.
Ricoverato per una banale operazione di routine (fistole sacrale coccigea) dagli ospedali non sono più uscito. Nella mia testa è successo qualcosa, qualcosa si è improvvisamente staccato, sono rimasto scosso ai limiti della pazzia quando alla fine, mi convinsi quel giorno dopo che lo avevano fatto tutti, a guardare quei due piccoli affaretti, neri, marci ed incrostati di carie, che il chirurgo aveva trovato nella cavità della mia fistole.
I mie due denti nel culo per anni da sempre ed un buco nero al lato del sorriso.

Tiziana De Cillis