I bambini sanno che...

I bambini giocavano dietro il giardino della vecchia e di suo marito. I due vecchi, desiderosi di giovane compagnia, si chiamavano Tullio e Silvana.
I bambini nel tardo pomeriggio invernale giocavano a palla nel piccolo giardinetto, proprio dietro la villetta, in mezzo ai boschi, dei due anziani signori.
Due bambine e due bambini.
I bambini si chiamavano Carlo e Federico; le bambine Sofia e Gianna; gli anziani coniugi non si ricordavano dei chiodi sporgenti che spuntavano dalla recinzione.
Gianna urlava e rideva: “Dai passa il pallone!”... Sofia “Mi sto divertendo!"
Giocavano, in uno stato di agitazione e sano divertimento. Uno dei due bambini sfregò fortemente il dorso della mano sul chiodo sporgente del recinto in legno, ma non si accorse di nulla, fu solo Sofia a vedere il sangue che sgorgava copioso dalla ferita; ”Oddio si è tagliato”.
Tutti si avvicinarono: “Ti sei fatto male? Quanto sangue.”
Sofia si sentiva stranamente eccitata: era la prima ferita sanguinante così grande che vedeva.
Il sangue era rosso, di un acceso rosso, sulle mani di Federico, candide, come la sua carnagione e i suoi capelli rossi accesi lasciano supporre. Sofia mentre la mano era tesa in aria, per far vedere agli altri il sangue, mise due dita sopra la ferita. Con sorpresa di tutti si succhio le dita sporche di sangue.
“E’ pazza” - risate forti  - "Che schifio!” E lei sorrideva.

Alla fine si avvicinò alla mano e cercò di aprire la ferita e di schiacciarla per far uscire più sangue, ancora più sangue. Mentre già sanguinavano bene le dita e le mani dei bambini cominciarono a sporcarsi di sangue, se le baciavano e succhiavano, ognuno le sue ovviamente.
E la cosa aveva un gusto decisamente divertente ed eccentrico. ”Che buon sapore il sangue, sa di qualcosa che non abbiamo mai assaggiato” disse Sofia. Gli altri sorrisero contenti per l’esperienza. Carla aggiunse che bisognava giocare a provocarsi delle ferite, i dolci bambini però non si accorsero di avere il volto, la bocca e le mani coperti di sangue, come se avessero preso parte... a un omicidio... sadico... nel bosco.
“Guarda che faccia”
“Ah, come siamo strani”
Sofia aggiunse che il sangue le piaceva. La brava nonnina, Silvana, che da tempo soffriva di cuore, si affacciò alla finestra per controllare i bambini. Gli erano stati affidati dalle madri premurose per farli giocare nel giardinetto, con i fiori, e quando li vide in quello stato riuscì solo a dire “Mio dio, che è successo” e svenne.
Infarto diranno poi i medici.
I bambini rimasero sbigottiti e Sofia, pazzamente cinica, esclamò: “Puff é morta”.
Tutti insieme risero.

Vincenzo Barbetta

Appassionato di tutto ciò che riguarda l'horror, soprattutto del cinema di serie B, splatter gore, trash.