Era già
    mattina. Il sole filtrava prepotente attraverso le finestre della stanza ed irradiava con
    i suoi raggi tutto il locale. Faceva freddo. Quel freddo che ti entra dentro e ti penetra
    dentro le ossa fino a raggiungere il midollo. Ma ormai potevo lamentarmi poco. Per tutta
    la stanza c'erano sedie buttate a terra ed una gran confusione, ma la cosa non mi
    preoccupava. Il sangue ricopriva la maggior parte della stanza, tutto normale. Accanto al
    letto vedo delle corde e un bavaglio sporco di sangue. Le lenzuola del letto sono
    letteralmente inzuppate. Ma cosa è successo, penserete, ad una normale ragazza di città
    di venticinque anni? Niente, io rispondo. Niente di anormale in questo mondo. Qualcosa che
    succede a tante persone ma che nessuno fa niente per impedirlo, forse neanche le vittime
    stesse.
    Il computer, nella mia stanza, era ancora acceso dalla sera prima, non avevo avuto il
    tempo di spegnerlo. Eh già non avevo proprio avuto il tempo.
Amo molto navigare su internet. Mi interesso di tante cose ed internet
    è talmente sconfinato che passo davanti al computer la maggior parte del tempo. Un giorno
    ho conosciuto in una chat un ragazzo molto carino. Lo so perché avevamo entrambi una
    webcam. Era sempre così gentile con me. Si chiamava Aldo. Aldo era più piccolo di me
    solo di un paio d'anni, ma già aveva chiaro in mente cosa avrebbe voluto fare dopo
    essersi laureato. Avrebbe fatto l'avvocato. Era bravo, in tutti gli esami aveva preso
    trenta, almeno a quanto diceva lui. Ci frequentammo per qualche mese, poi un giorno mi
    fece una proposta. Di lì a poco si sarebbe trovato a passare dalla mia città e mi chiese
    se ci volevamo incontrare. Accettai subito. Inizialmente avevamo deciso per un bar del
    centro ma visto che gli orari con i miei impegni non coincidevano, decisi di invitarlo
    direttamente a casa mia, tanto vivevo sola. Non temevo nulla di lui perché lo conoscevo.
    Non ricordo nient'altro. Ho solo dei flash nella memoria. Coltello, corde, bavaglio,
    sangue, sangue, sangue.
Mi alzo dal letto. Mi dirigo verso la cucina dove so già cosa mi
    aspetta. Attaccato al frigorifero c'era un promemoria con dei nomi cancellati con un
    tratto di penna: Maurizio, Giovanni, Francesco.
    E poi, in fondo a tutti questi, c'era un nome senza il tratto di penna, come cancellatura,
    di sopra: Aldo. Presi dal tavolo una penna e provvidi a cancellare anche quel nome. Come
    ultima cosa, tornai nella camera da letto e vidi nel mio letto un uomo in una pozza di
    sangue con le mani ancora legate e sul corpo i segni di una violenta tortura. Risi, poi
    uscii dalla stanza chiudendo la porta.