L'inestinto 2: la croce ed il dragone

Una città del nord Italia,
ai giorni nostri

 

I.
Rosaria arma l’otturatore della Beretta di ordinanza con un movimento lento, accurato, per evitare il rumore dello scatto.
« Non qui, non oggi. » ha pensato.
Tiene la pistola nascosta all’interno della tracolla griffata. Tutto il suo abbigliamento è griffato: un’idea dell’ispettore capo Navarra.
« Un’esca! Tutta firmata, appariscente, come piacciono a lui. »
Lui è uno stupratore ed un assassino. Colpisce nei centri commerciali, scegliendo le sue vittime tra le donne belle e ricche, dirigenti e professioniste, che fanno la spesa nelle ore serali, lasciato l’ufficio. Posteggiano le loro BMW e Mercedes, si muovono a passo svelto per il parcheggio, ignare di essere spiate, seguite, attese alla loro uscita ed aggredite. Così è nato l’appostamento, così è stata scelta Rosaria: per i suoi capelli rossi, per i suoi occhi verdi. Un trucco sapiente e gli abiti giusti hanno fatto il resto.
« Sei bellissima. » aveva detto l’agente Casoria, il suo compagno nell’auto civetta.
« Ho il culo grosso. » ha risposto lei, lisciando i fianchi del suo completo di Gucci.
Ora l’agente Casoria è morto ed il suo aggressore si confonde con il numeroso pubblico che affolla la multisala, attigua al centro commerciale. Superate le grandi porte di vetro, Rosaria si perde in uno sfavillare di luci al neon, avanza tra la folla che fa la fila alla barriera delle casse. Quando un ragazzo dello staff le si avvicina, ribalta la faldina della custodia in similpelle e mostra il distintivo.
« Polizia. Devo passare. » dice ed avanza.
Avanza decisa, Rosaria. E’ sempre stata così: modi bruschi, quasi mascolini, appena mitigati dalla sua bellezza, dagli splendidi occhi, dalle labbra sottili che, a volte, sanno rilassarsi in un sorriso. Ha il corpo tonico, allenato da lunghe ore passate in palestra, a sudare, guardata da molti uomini.
Gli uomini sono una storia a parte, gli uomini sanno fare male, anche ad una donna come lei.
Si guarda attorno, alla ricerca dell’inseguito. Ne ha scorto per pochi istanti la figura massiccia, con il capo coperto dal cappuccio rialzato della felpa, ed ora lo cerca tra la folla. L’uomo ha ucciso l’agente Casoria, gli ha tagliato la gola nel parcheggio, appena fuori dall’auto civetta. Lei rientrava dall’appostamento ed ha trovato il corpo. L’assassino si stava allontanando ed è cominciato l’inseguimento.
Rosaria ha paura e non le succede spesso, ma c’è qualcosa in quell’individuo, qualcosa nel modo di violentare ed uccidere le sue vittime, che ha suscitato in lei sensazioni dimenticate. Si porta con le spalle contro un muro e si guarda attorno, quando sente vibrare il cellulare. La voce che ascolta all’auricolare, dopo un attimo di silenzio, è profonda e ben modulata.
« Rosaria... »
« Carmine! »
« Sì, sono io. Il tuo uomo è scappato, è uscito da una porta di sicurezza. C’è un morto anche lì, un ragazzo dello staff. »
« Carmine, sei qui? »
« Sì, dietro di te... »
Rosaria si volta ed il muro non c’è più, al posto uno spazio vuoto, un po’ in ombra, che incornicia una figura alta, vestita di nero.
« Cazzo, cazzo! » Rosaria balza indietro e porta la destra alla tracolla, ma Carmine alza una mano e subito le energie sembrano abbandonarla ed il braccio le ricade lungo il fianco.
« Sei un’aberrazione della natura, Carmine, e sei un bastardo. »
« Si fa chiamare Mr. Fuck » dice Carmine « E’ molto pericoloso. Anche io lo sto cercando. »
« Per ucciderlo? » domanda Rosaria.
« Sì. » risponde lui.
« Sai che non te lo permetterò. Dovrà essere arrestato e consegnato alla giustizia. »
« E’ molto pericoloso, te l’ho detto... e non è umano. »
« Un traversante? » domanda Rosaria.
« Sì. »
Tra loro scende il silenzio.
« I tuoi colleghi stanno arrivando, devo andare. Sarò io a richiamarti. Presto. »
E’ già scomparso. Rosaria rimane immobile in mezzo al grande atrio della multisala, solo ora comincia a sentire le sirene delle volanti che si avvicinano.

 

Un traversante e Carmine.
Le servono ore per sbrigare tutte le formalità. Sente un dolore sordo crescere dentro per la morte dell’agente Casoria.
« Cazzo, Rosaria, come è potuto succedere? » le domanda l’ispettore capo Navarra « Un’informativa per domattina, sul mio tavolo. Ed ora vai a casa, non puoi fare più nulla qui. »
Sente la paura, come una sensazione acre, salire dallo stomaco ed arrivare fino alla bocca.
Un traversante e Carmine, come nel caso di padre Mariano.

 

II.
Un cameriere discreto serve il filetto alla Rossini: la spessa fetta di carne ed il foie gras hanno un profumo invitante. Carmine ha versato il nebbiolo Veglio Romano & Lorenzo negli alti tulipani di vetro leggero, per farlo ossigenare.
« Mi piace questo posto. » sussurra Rosaria.
« Anche a me, è come sospeso fuori dal tempo. » risponde Carmine.
« Quante donne hai amato nella tua vita? » gli domanda lei.
« In verità soltanto una, si chiama Calypso. »
« Bello. »
« E tu? »
« Lasciamo perdere. » Rosaria ha un sorriso amaro ed abbassa la testa.
« La Navicella possiede Mr. Fuck. »
« Perché si chiama così, la Navicella? »
« E’ un viaggiatore tra le dimensioni. Conosci la Caravella portoghese? Il suo corpo è una sacca, gonfia d’aria, che galleggia sul mare, ma i suoi tentacoli possono estendersi verso il fondale per decine metri e sono velenosi. Con quelli essa caccia e si nutre. Questo essere è così: il suo corpo è in un’altra dimensione, ma i suoi tentacoli di pensiero possono arrivare fino a questo mondo e dominare gli uomini. La Navicella è male puro ed è attratta dagli uomini malvagi. »
« I buoni no? »
« No. »
« Perché no, cosa la respinge? »
« Il Mentore potrebbe spiegarlo meglio, diciamo la buona coscienza. »
« Esiste veramente? »
« Sì. »

 

Ci sono molti uomini e Rosaria è nuda in mezzo a loro: il triangolo del suo pube brilla di fuoco scarlatto. Un uomo avvicina la testa e comincia a leccare. Lei sente la lingua di lui penetrare la morbida cedevolezza della sua vagina. Un secondo uomo la prende da dietro, le stringe i seni nelle mani a coppa, stringe, mentre un terzo le infila le dita in bocca. Lei allunga la mano e lo trova eccitato, comincia a fare scorrere il palmo lungo l’asta eretta, fino al glande, lo masturba.
Tutti gli uomini sono senza volto.
Qualcosa di liquido le penetra nel cervello, come un’onda nera e limacciosa, dilaga nella sua mente, si avvolge ai suoi pensieri.
Tutti gli uomini hanno il volto di Carmine.
« Ti sborro in bocca! »
« Fammi godere, puttana! »
« Ti sbatto, troia! »
Carmine. Nella mente le risuonano le loro parole:
« ... cosa la respinge? »
« ... la buona coscienza. »
Ripensa a quella volta che salvò una bambina, estraendola da un’auto sbandata nel canale. Era una giovane recluta, allora, ancora alle volanti. Si era tolta il giubbotto antiproiettile e si era tuffata. La bambina aveva occhi grandi e spaventati e si era protesa verso di lei.
« Tata! » balbettava, stringendo le sue piccole braccia intorno al collo.
Per quell’azione aveva ricevuto un encomio del ministro degli Interni e si era guadagnata la stima ed il rispetto dei suoi colleghi.
Tentacoli liquidi abbandonano la sua mente, strisciano neri sul cuscino e si ritraggono. Rosaria si sveglia, madida di sudore.
«Cazzo, la mia buona coscienza. » pensa.

 

III.
La suoneria del cellulare, _“Rosaria chiama “_
« Vediamoci subito, in piazza CLN. »

 

I due edifici, posti trasversalmente, chiudono la piazza, delimitata sugli altri lati dalle aperture rettangolari dei portici. Le due statue, in altorilievo, ornano le pareti senza finestre: un uomo barbuto ed una donna a seno nudo, entrambi semidistesi sulle vasche sottostanti. Colate di sporco macchiano la pietra grigia, come lacrime nere che striano i volti.
« Due colleghi sono già sul posto. » spiega Rosaria.
Vedono la macchina: il lato sinistro è completamente mancante, dal muso alla portiera, bruciato, vaporizzato dall’energia della Navicella. Anche l’uomo alla guida è ridotto a metà, il lato destro è intatto con la mano ancora sul volante, il lato sinistro è mancante: la carne, le ossa, gli organi interni sono ridotti ad un ammasso di bolle, escrescenze colate sul sedile. La portiera del passeggero è aperta e di lì parte una scia di sangue.
« Cazzo. » sussurra Rosaria, estraendo la Beretta.
La scia arriva ad una porta sotto i portici, lì trovano il secondo agente, fatto a pezzi. Al primo piano incontrano Mr. Fuck. La donna che ha rapito è seminuda, legata, come in croce, con del filo elettrico. E’ sanguinante, contusa, ma ancora viva. Quello che le si muove davanti non è più un uomo: è nudo, ha il corpo coperto di escrescenze, un pene enorme gli penzola tra le gambe. Quando li vede arrivare si getta verso di loro, urlando. Rosaria spara, mentre Carmine sguaina la lama del suo bastone. Mr. Fuck si muove carponi, avanzando indifferentemente sul pavimento e sulle pareti. Colpisce Rosaria e le fa perdere la pistola, poi si muove in avanti. Qualcosa di nero, come un’onda di energia, gli esce dalla bocca e colpisce Carmine: subito i suoi abiti e la carne cominciano a consumarsi. Lui scarta da un lato, gridando di dolore, e si getta sul suo mortale nemico. Lottano avvinghiati, quando anche Rosaria si fa sotto e colpisce Mr. Fuck in faccia, con un calcio duro, sferrato con il peso dei suoi anfibi. Denti e cartilagini si spezzano, Mr. Fuck sputa sangue e bava nera. In quel momento Carmine gli infila in bocca una capsula di plasma antimateria. Il corpo di Mr. Fuck si sta dilatando a dismisura, è come un grande orifizio cavo. Al suo interno Rosaria ha una visione da incubo: un mare immenso di ammoniaca, sotto un cielo di nubi aliene e torreggianti, illuminate dai fulmini. Al centro un essere nero sta emergendo e si protende verso di lei: non ha occhi, eppure la sta guardando, non ha bocca, eppure le parla.
« ... I tuoi dèi ed i miei dèi, sai forse tu o so io quali siano i più forti?... »
In quel momento la capsula esplode ed il corpo di Mr. Fuck viene annientato nella luce di una nova. Qualcosa di nero, un tentacolo, che gli usciva dalla bocca, prende fuoco ed incendia la stanza.

 

« La donna è fuori pericolo. » sorride l’ispettore capo Navarra « L’incendio ha semidistrutto l’edificio, ma ci sono resti sufficienti per poter dire che il caso è chiuso. Lui si chiamava Claudio Franchelli, un uomo dalla vita irreprensibile fino ad un anno fa. Poi qualcosa è cambiato: prima la droga, poi ha ucciso la moglie ed è iniziata la sua follia. »
« Sì, qualcosa è cambiato. » Rosaria assente, laconica.
« Restano ancora molti lati oscuri, ma... »
Rosaria non lo ascolta più, la sensazione di una presenza la spinge ad alzarsi ed a uscire dall’ufficio. Carmine è nel corridoio.
« Devo partire. » le dice lui.
« Sì. » risponde lei, semplicemente.
« Il Mentore vuole che tu porti questo. »
Rosaria apre il piccolo cofanetto di legno prezioso e vi trova un laccio di cuoio, con un pendente: è una croce d’argento con un dragone rampante, attorcigliato ai due bracci verticali.
« Sei con noi, adesso. Presto ci saranno altre occasioni di tornare insieme. »
Rosaria vorrebbe rispondere, ma Carmine si è già allontanato.
« Chi diavolo era quello? » le domanda l’ispettore capo Navarra.
« Diavolo od angelo ?! » replica Rosaria, concedendosi uno dei suoi rari sorrisi.

Magda L.