Morte di una vamp

Era una notte strana, senza luna, senza stelle, completamente nera. Strana perché dopo molti anni mi era tornata voglia di discoteca. Volevo andarci per rimorchiare, solo per quello. L'aria era invitante, dovevo uscire, per forza. La riviera romagnola offre molte occasioni per spassarsela, quindi dovevo solo smuovermi.
Avrei trovato una ragazza con cui passare la notte?
Ero fiducioso, sapendo che di ragazze vogliose di scopare ce ne sono più di quanto non si creda.
Fatta scorta di birra e super alcolici puntai verso il ravennate, dove trovai il locale giusto per me: dovevo solo scegliere e provarci. Ne notai una in mezzo ad una miriade di gnappette che si assomigliavano. Altina, abbronzata, con i capelli neri lunghi, affascinante. La notai perché ballava a piedi nudi, da sola, indifferente del casino che le era intorno. Indossava un body nero a rete ed un gonnellino di pelle aderente dello stesso colore. Le si vedeva tutto e questo mi eccitava di più. Istinti selvaggi si risvegliavano.
Scesi in pista iniziando a ballarle intorno.
Bellissima e sensuale emanava qualcosa di diabolico, qualcosa di allarmante cui non badai subito. Non capivo se era fatta o ubriaca, ma non m'importava: meno capiva meglio era per me.
Ballavamo insieme, senza parole, solo sguardi per capirci. Mi stavo caricando.
Dopo un po' la trascinai via.
In auto avevo il necessario per stare in allegria.
Dove andare?
Al mare.
Cosa volevamo?
La stessa cosa fortunatamente: sesso, sesso, sesso.
Sesso forte e violento, sesso selvaggio e senza regole.
Iniziammo subito a darci da fare, bevendo e toccandoci come animali in calore, del tutto fuori di testa ma decisi a godere il più possibile, avendo ben capito quello che ci piaceva.
Sdraiata dietro si è infilata la mano attraverso la rete del body, raggiungendo l'orgasmo da sola un paio di volte prima di rimettersi davanti a fare lo stesso con me. Da brivido!
Tolti del tutto i jeans si mise sopra le mie gambe, muovendosi a ritmo di musica, godendo insieme come non credevo. Non capisco come sia riuscito a non combinare casini con l'auto, dato che con le mani la toccavo, con la bocca bevevo e la baciavo e con le gambe cercavo di spingere. Non si era spogliata ma la sentivo bene come lei sentiva me. Guardarci sì, ma non direttamente, avendo altro da fare.
La musica era a palla, tutta techno-rock, di cui ricordo solo "Find me" di Jam e Spoon e "Real thing" dei 2Unlimited.
La spiaggia era deserta, almeno credo.
Spento il motore e i fari continuammo sulla sabbia i nostri giochi, spogliandoci completamente.
Senza darle il tempo di reagire la presi violentemente prima davanti poi dietro, a sangue.
Le facevo male, credo, ma diceva di non smettere.
Continuai, continuai finché lei non si tolse, scaraventandomi a terra, ansimante, un po' stupito di quella forza.
Mi legò mani e piedi, facendomi male e pure godere come mai prima, col cuore in gola.
Avrei voluto urlare per il dolore ma non ci riuscivo.
Vedendo la sua bocca ed il suo viso insanguinati mordere ancora con voracità il mio "attrezzo" ebbi la sensazione che fosse una creatura infernale. Poteva essere, ma in quelle condizioni potevo far poco.
Non si fermava.
Il dolore mi diede la forza per liberarmi, andandole sopra.
Di nuovo avvinghiati ci lasciammo andare in un vortice ancor più eccitante e violento, finendo tra le onde del mare.
Riuscii a vedere i cambiamenti del suo volto, in particolare i canini, molto più pronunciati, e gli occhi, fosforescenti.
Nudi, l'uno di fronte all'altra, ansimanti e sporchi di sangue sotto un cielo sempre nero ma con una splendida luna piena gialla, ci siamo stesi sulla sabbia, affannati per la fatica.
Finita?
No, per nessuno era finita.
Feci finta di essermi addormentato, aspettando che posasse la sua bocca sul mio collo, lasciando penetrare i suoi denti per nutrirsi del mio sangue. Povera vamp, non sapeva ancora chi aveva incontrato.
Nessun dolore, non era la prima volta.
Sapendo che non mi avrebbe indebolito molto, la lasciai nutrire, in modo da poterla avere indifesa.
Poverina, non sarebbe stata né la prima né l'ultima. Le diedi il tempo di rinfrescarsi prima di alzarmi. Volevo ancora ammirare quella splendida creatura maledetta che di lì a poco sarebbe morta per sempre.
- Buono il mio sangue? -
Si voltò di scatto, sorpresa ed impaurita.
Nei suoi occhi il terrore, terrore di chi sa di dover morire.
Pensare che avrei potuto anche commuovermi.
Invece no, non potevo, non dovevo.
- Stupita bella vampira? Siamo creature simili ma io sono più forte e debbo riprendermi ciò che mi hai preso. Il sangue per me è importante ma non vitale come per te. Purtroppo quello che mi hai preso mi serve, quindi... -
Senza darle il tempo di reagire l'azzannai alla gola, riprendendo ciò che era mio e anche di più, per fare il pieno.
Peccato, era proprio bella, uno spettacolo di ragazza, però è meglio fare la cena che fare da cena.

Davide De Felicis