La ribellione

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2015 - edizione 7

Con tutto quello che l’uomo fa alla natura, era normale che essa si sarebbe ribellata.
Era il 1986 quando accadde la prima volta. L’inquinamento stava aumentando, ma nessuno faceva niente per Lei. Questo non fece altro che scaturire in essa una rabbia immensa nei confronti degli uomini, che esplose dopo il disastro di Chernobyl, il 26 Aprile del 1986. Le radiazioni avevano modificato qualcosa in essa, donandole nuove capacità che avrebbe poi usato per la sua vendetta.
Passarono quattro mesi prima dell'inizio della ribellione.
Era la sera del 16 Agosto e una coppietta di innamorati stava passeggiando in un piccolo parco della città. Erano semplicemente felici nel loro guscio d'amore che durava ormai da due anni. Lei era una normale ragazza di 18 anni, con lisci capelli castani che le accarezzavano le spalle mentre il ragazzo, di un anno più grande di lei, aveva corti capelli biondi e ricci. Quella sera erano tornati nel parco in cui si erano scambiati il primo bacio. Lei se lo ricordava bene: quel pomeriggio di due anni fa si erano fermati sotto l'albero più alto del parco a parlare e mentre ridevano tutto si bloccò nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono. I loro respiri diventarono una cosa sola e le labbra iniziarono a danzare insieme.
La ragazza arrossì al ricordo del loro primo bacio. Lui la guardò e improvvisamente gli venne un'idea. La portò davanti al Loro albero e tirò fuori un coltellino regalatogli dal suo defunto nonno che si portava sempre dietro: avrebbe lasciato un segno indelebile del loro amore proprio sulla corteccia di quel bellissimo faggio.

Con decisione iniziò ad incidere due lettere, le iniziali dei loro nomi: Erica e Stefano. Così si chiamavano le prime due vittime della ribellione della natura.
Finita l'incisione i due si girarono dando le spalle all'albero. In quel momento due venature della corteccia iniziarono a separarsi, dividendo le due lettere. Si creò così un'apertura dal quale uscirono due rami che silenziosamente avvolsero i due ragazzi alla vita e li trascinarono all'interno del tronco che subito dopo si chiuse.
Quella sera si sentirono due urla, poi il silenzio.
Le ricerche della polizia iniziarono il giorno dopo. Le indagini avevano portato i poliziotti al parco in cui gli innamorati erano stati visti per l'ultima volta. Arrivati al vecchio faggio i poliziotti fecero una scoperta sconvolgente: ritrovarono delle ossa sparse intorno all'albero che risultarono appartenenti ai due ragazzi dopo le analisi in laboratorio. La popolazione rimase senza parole: chi avrebbe potuto fare una cosa tanto crudele? Questa fu una domanda a cui non venne mai data una risposta.
La natura si vendicava così, silenziosamente. L'erba avvolgeva chi la calpestava con i suoi fasci verdi per poi trascinarla nel terreno. I fiori usavano il proprio profumo per immobilizzare le prede e trascinarle lentamente nel suolo, per nutrirsene.
La ribellione continuò fino ai giorni nostri e continuerà fino alla fine dei giorni.

Simona Inglese