Tanti, amari, banchetti

Gli angeli cantano sui pinnacoli della città questa notte.
Preparo il mio miglior vestito ed indosso il mio più affascinate sorriso.
Questa notte è notte di caccia. E' una serata di intenzioni sbagliate.
Per te, non per me.
Sei bello come il sogno di un santo questa notte.
Una Gesù dipinto con l'oro e col sangue.
Attraverso gli eoni, attraverso la storia, non riesco più a contare
tutti gli angeli che ho divorato per attraversare indenne i secoli.

 

Ti seguo nel gorgo della folla, della musica,
sorridi sereno, godi di questi ultimi istanti, del tuo sogno d'amore,
questa notte morrai felice, forse è una rara fortuna.
Non conoscerai mai gli sfregi che il tempo lascia,
la lenta decadenza dell'invecchiare.
E' tardi, torniamo alla tua casa, il luogo dove la tua diversità trova rifugio,
il castello della tua infinita solitudine.
Quasi mi spiace dirti addio, ma è la tua vita o la mia,
nessuno dei due ha chiesto il fato che ha avuto in dote.

A te il destino ha riservato una natura scomoda, un amare fastidioso,
non conforme al dogma ed al precetto.
Una vita di solitudine.
A me ha donato un oscuro segreto, quello del sangue e delle ere,
una vita per una vita, per non morire mai.
Una vita di solitudine.
Sei come un dio, come un sogno
e vorrei tenerti con me,
un altro giorno per illuderci che possa essere “per sempre”.

 

Ma la verità non lascia scampo,
è l'istinto del predatore, la voce del dragone.
L'eternità che è in me si sveglia
ed è banchetto, festa di sangue.
Estasi di energia e morte, parossismo di crudeltà.
Una, dieci, cento, quante volte l'ho fatto per poter vivere?
E' solo una delle tante morti.

 

Ma se è solo uno fra i miei tanti, amari, banchetti;
allora perché piango?

Aleister Fahrni