Angelique

“Dicono che sia bellissima”
“Lo so”
“Sì, va be’... saranno le solite esagerazioni”
“No, no è proprio vero”
“OK... e allora? Tutto qui?”
“Lasciami finire”
Guido non credeva a quello che Lorenzo gli stava raccontando, ma voleva ascoltarlo fino in fondo.
“Ma tu l’hai incontrata?!”
“Una volta”
“Dove?”
“Più o meno dove siamo adesso... in coda vicino allo svincolo... pare che sia quello il posto dove viene sempre avvistata ... mi ha chiesto un passaggio e l’ho fatta salire”
“E com’era?”
“Incantevole, provocante. Desiderabile... quanto irraggiungibile”
“E di cosa avete parlato?”
“Mi ha raccontato una strana, assurda storia...”
“Che storia?”

“Una storia che ha inizio nella Francia del Medioevo e che finisce con un’orrido rogo e attorno un pubblico che applaude... un pubblico di uomini...  la storia di una vendetta senza fine...”
La macchina arrivò nei pressi di un’area di sosta.
“Rallenta e accosta: la mia auto è in fondo alla piazzola. Ti ringrazio per l’aiuto”
“Figurati, fortuna che ero già in zona”
“Ma tu credi a quello che ti ho detto?”
“Sì, sì... certo... vorrà dire che non farò mai salire in macchina una bella donna”
“... poi mi ha anche detto di avere grandi poteri” aggiunse Guido.
“Che poteri?”
“Riesce ad assumere le sembianze di chiunque voglia”
“Ma piantala... e che altro ti avrebbe detto?”
“Il suo nome”
“Ah già! pare che sia l’ultima cosa che la vittima riesce ad ascoltare prima di essere divorato... che stronzata queste leggende”
“Angelique... ecco il nome” disse Lorenzo levandosi di dosso quella seconda pelle irsuta e sudata che ormai gli stava troppo stretta.
Ciò che si sprigionò da quel guscio vuoto, fu un’autentica visione, pura armonia di grazia, forme e luce, una creatura perfetta, la più soave delle fanciulle, che sorrise a Guido in modo rassicurante prima di avventarsi sulle sue carni e dilaniarle con zanne lunghissime e artigli affilati, ancora grondanti sangue fresco.

Emanuela Schenone