Partita a poker

- Sbam – la porta del locale sbatté forte. Due tipi scheletrici entrarono nascosti nei loro cappotti lunghi e dai cappelli a tesa larga che coprivano i loro capi. Ad accompagnarli una ventata di gelo, che fece rabbrividire tutti, nel locale. Joe il Nebbioso lì guardò bene, squadrandoli subito, ed avvicinandosi ad un suo cameriere Sam Dentidiferro: - Falli giocare un po’ a poker.
Sam accompagnò i due nella saletta per giocatori e li fece accomodare ad un tavolino vicino al tavolo da biliardo. Poi si allontanò per afferrare un mazzo di carte dal retro bottega. Incominciarono a giocare una partita a poker con una posta molto alta. I due iniziarono a sciogliersi le giunture e alzandosi appesero i cappotti e rimasero nudi come le mamme li avevano fatti. I due tipi scheletrici erano veramente due scheletri. Si guardarono in faccia. Le loro facce erano spoglie, senza pelle, senza occhi, senza capelli (questo lo potrei pure evitare, ma anche altra gente non ha i capelli). Sam li chiese di accomodarsi e diede loro cinque carte per ognuno. I due osservarono attentamente le carte, poi si guardarono in faccia. Il primo disse al secondo: - Inizia tu, Frankie...
Le mani scheletriche di Frankie lasciarono scivolare sul tavolo tre carte. Sam gliele cambiò, facendo scivolare lungo il tavolo altre tre carte. Le mani di Frankie afferrarono le carte, ma il secondo lo fermò: - Qual è la posta in gioco?
Allora Frankie si alzò ed avvicinandosi a Nick Ragno gli cavò l’occhio destro. Nick cacciò un urlo immane e si coprì la cavità oculare che grondava di sangue denso e grumoso, di un rosso spento. Poi perse i sensi e stramazzò al suolo. Frankie afferrò il suo corpo dalle caviglie e lo trascinò verso il tavolo. Nick riprese i sensi e cercò di aggrapparsi ai tavolini che trovava, urlava angosciosamente, le sue grida echeggiarono nella sala dove i due giocavano. Due persone che giocavano con lui a biliardo Johnny Provola e Joseph Becchino, lo guardavano ridendo, poi Johnny disse a Joseph: - Così la smetterà di fare il maestro di biliardo...
Intanto Frankie poggiò l’occhio sul tavolo e riprese le carte. Sam rivolgendosi all’altro: - Paul, cosa vuoi fare?
Paul riguardò le carte e ne lasciò una sul tavolo. Sam la cambiò e guardando i due: - Volete cambiare o alzare la posta in gioco?
- Se per te va bene – Frankie guardò Paul – io lascerei tutto così...
- No, un altro occhio – disse Paul cavando l’altro occhio a Paul a Nick, che continuò ad urlare – puntiamo anche questo?
- Va bene, vedo – disse Frankie, e si pulì gli occhialini sporchi – fammi vedere il tuo gioco.

Paul scese la prima logora carta scolorita: un re, un re di picche. Poi scoprì la seconda carta, questa era tutta bruciacchiata: un altro re, il re di cuori. Frankie iniziò a sudare, anche se sprovvisto di ghiandole sudorifere. Le gocce scivolavano sul cranio liscio. Guardò in faccia Paul che gli disse: - Alziamo la posta? Che ne dici?
- Va bene, se per te va bene – disse rassegnato Frankie – io prenderei i capelli.
- Madonna, io prenderei anche la pelle della faccia.
- Prendiamo anche l’intestino e lo stomaco?
- Senza il cuore ed i polmoni non se ne fa niente, ok?
- Allora prendiamo anche il cervello?
- No, quello ha condotto gli uomini alla rovina – disse Paul a Frankie, indicando Johnny Provola – vedi quello? Sta a giocare tutto il giorno a biliardo e non pensa a sua moglie Gita...
- Ok, niente cervello... mi metto all’opera.
Allora infilò le dita piccole e affusolate sotto la pelle del collo. Scorticò pian piano la pelle con cura e l’appoggiò delicatamente vicino agli occhi. Poi apri la pancia di Nick, il sangue ne sgorgò a flutti. Allora ne strappò il cuore, l’intestino, lo stomaco ed i polmoni. Lasciò gli organi sul tavolo e si apprestò a riguardare le sue carte. Paul scoprì un’altra carta mangiucchiata: la regina di fiori. Poi con tutta calma scese la quarta carta, tutta insanguinata da un lato, Paul da vivo si tagliò la gola con questa carta, quando perse l’ultima sua partita contro Frankie, lui era già morto e sfidò Paul a carte per avere la sua pelle, ma alla fine decise di fargli compagnia. La carta era la regina di picche. Con l’ultima carta ci giocherellò un po’. Poi Frankie arrabbiato si alzò e gli disse: - Smettila di giocare, mostrami la carta! Questa attesa è snervante!
- Va bene, va bene, calmati ok? – disse con tono pacato Paul e scoprì l’ultima sua carta, questa era pulita, linda, era la regina di cuori.
Un full, un full bello e buono. Frankie doveva avere solo un poker per vincere. Allora tremando scese la prima carta: un asso, l’asso di fiori. Poi scese altre due carte: altri due assi, l’asso di picche e quello di quadri. Un tris, non era tanto. Poi scese un’altra carta: un re, quello di fiori. Rimase con l’ultima carta. Può essere un sette, un otto, un nove, un dieci, un fante o una regina ed allora sono salvo, ma può essere un re o un asso ed allora sono fritto come l’altra volta. Frankie teneva in mano l’ultima carta. Poi la fece scivolare verso Paul. Lui la prese e la guardò. Era la stessa carta che gli fece perdere la partita molti anni fa: era un asso, l’asso di cuori.
- Hai vinto un’altra volta, mi sa che non dovrei più giocare a carte.
Frankie non disse niente, s’infilò la pelle della faccia di Nick come una maschera, poi infilò i due occhi nelle loro cavità e collocò gli organi vinti ai propri posti. Poi prese il cappotto e si coprì. Paul lo bloccò: - Un’altra partita?

Francesco Carlucci