La bara a fiori

Arriva il lunedì mattina, triste come una donna incinta, come una sera di settembre, come un uomo a sessant'anni.
Di mattina presto arriva Vinicius, quasi di corsa. É sempre stato un eccentrico. In gioventù aveva collezionato chiocciole, poi spade, e questa mattina...
"Sono passato per dirti che ci vediamo oggi alle quattro davanti alle pompe funebri."
"Eh? Perché mai?"
"É una sorpresa. Ti spiegherò là."
"Ma, perché proprio davanti alle pompe funebri?"
"Alle quattro, ricordati, ci sarà anche l'ungherese e Marieluise."
Il deposito delle casse è una vecchia chiesetta sconsacrata.
Lo strano terzetto è già là. L'amico Vinicius sbuffa di impazienza. L'ungherese si sta pettinando i capelli lunghi e nerissimi.
Insieme a loro c'è Marieluise, ancora bella, vestita di bianco e di rosa, con il viso incipriato dove si indovinano le prime rughe. É una pittrice un po' viziata, che si concederebbe solo a un duca o a un fognaiolo.
Vinicius entra subito in argomento:
"Dunque, ho deciso di comprarmi una bara, da mettere in salotto per stupire gli ospiti, si capisce. Non trovi che sia un'idea originale?"
"Sì... Potresti metterci dentro le bottiglie dei liquori..."
"Ma no, che sciocchezza! La terrò vuota e chiusa, vicino al pianoforte."
Arriva l'uomo delle pompe funebri. É curvo, vestito di grigio. Ha una personalità scialba e un volto smorto che sembra impolverato.
Entriamo da una porta laterale e percorriamo un corridoio lungo, sinuoso, con facce paffute di angioletti scolpite sul muro di destra. Il magazzino è ricavato nell'abside della chiesa. Il resto dell'edificio comprende la falegnameria.
Vinicius passa in rassegna le casse messe in fila, nella luce tetra dei finestroni. Sembra un bambino che ammira i giocattoli. Ogni tanto chiede con voce eccitata:
"Questa bara chiara di che legno è?"
"Faggio" risponde l'impresario con voce monotona.
"Questa più scura?"
"Di quercia."
"E questa?"
"Di olmo..."

L'ungherese invece fa le sue riflessioni ispirate alla magia:
"La morte è la porta verso l'Oltremondo. E l'amore è la porta dall'Oltremondo verso questo mondo."
Marieluise commenta con la sua acuta sensibilità di artista:
"La vita è un nulla. É solo una collana con il filo rotto che lascia sfuggire le perle."
Poi, nascondendosi un po' fra le pile di bare incomincia a ridere e a spogliarsi.
L'impresario tossisce per l'imbarazzo.
Marieluise improvvisa una specie di spogliarello macabro ed eccitante fra le bare. Il suo corpo si intravede seminudo, bianco nell'ombra. Poi esce dondolandosi, mostrandoci due occhi disegnati sulle natiche.
Sempre ridendo la pittrice si ritira per rivestirsi, ma ad un tratto arriva la sua voce stupita:
"Toh, come è graziosa questa!"
Andiamo a vedere anche noi. In un angolo c'è una bara scura polverosa, con sopra dipinti grandi fiori rossi e gialli.
"E quella? Che cos'è?" chiede Vinicius all'impresario.
"Ah sì! Quel cofano è stato commissionato dal milionario Ikys, quando era ancora in vita. Saprete anche voi la storia. No forse siete troppo giovani. Ikys era un eccentrico e voleva essere seppellito in quella, vestito da clown. Sennonché i familiari trovarono modo di eludere le disposizioni testamentarie adottando una bara ricoperta di fiori veri. Così entrarono ugualmente in possesso dell'eredità."
Vinicius non si trattiene più, finché eccitatissimo esclama:
"Oh! Quanto costa? La compro!"
Sentito il prezzo il mio amico estrae un grosso portafoglio legato a una catenella. Paga in fretta l'acquisto poi, ignorando lo sbalordimento dell'impresario, si rivolge a noi:
"Allora, voi che siete in due prenderete la parte della testa, io invece dal fondo."
Sudando e sbuffando usciamo fuori dal deposito e proseguiamo sul marciapiede.
Il paese è immerso nella luce sulfurea della sera, mentre in cielo brilla una luna d'argento e quarzo.
I rari passanti si stupiscono vedendoci trasportare a piedi una cassa da morto. Il legno scivola, il coperchio sbatte, Vinicius preoccupato grida ordini e ci sollecita a fare attenzione affinché gli spigoli non urtino contro i muri.
Camminiamo stentatamente sotto il peso. L'ungherese seguita a parlare di magia e Marieluise si fa matte risate accanto a noi.

Sergio Bissoli