Pensieri di un folle

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Ecco, adesso tutto si è tranquillizzato. Tutto tace. Solo il battito del cuore continua a premermi dentro gli orecchi, ma si sta attenuando lentamente e presto cesserà. Tutto è più morbido adesso. Davanti scorre dolcemente un rivolo denso come il miele, lento, inarrestabile, si snoda fra i fili d’erba e le pieghe del terreno scomparendo in abissi inconcepibili. I grilli sussurrano parole scomposte fra i cespugli ma non rovinano il silenzio, loro sanno e cantano sottovoce. Io mi guardo intorno, oltre l’orizzonte, nella sottile linea rossa che separa l’occhio dall’immaginazione, il sole si sta spegnendo lentamente e calerà lo sguardo dalla scena che si è consumata. Nel tepore del crepuscolo anche il rumore più insignificante compone un mosaico di inaudita bellezza, ogni elemento entra in risonanza con il ritmo del paesaggio, non vi è niente che stoni, non un’imperfezione. Tutto tace adesso. Il silenzio è finalmente calato, le voci sono cessate. Mi asciugo il sudore che bagna la fronte e mi chino per raccoglierla. No, e meglio lasciare tutto così com’è non voglio correre il rischio di rovinare tutto. È un momento così dolce. Persino il suo sguardo non mi agita più. Le chiudo gli occhi, adesso sembra dormire, anzi, sta sicuramente dormendo. Ho fatto quello che doveva essere fatto, per me, per lei... per loro. Domani dovrò nasconderla perché la gente non capirebbe, ma adesso no, adesso è un momento troppo bello per essere interrotto.

Filippo Bernardeschi