Tempo scaduto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Terry diceva che era sicuro. La medium aveva esperienza. Del resto, era l’unica nel suo genere. L’unica in grado di rendere il corpo immateriale. Soltanto per un po’. Per un’ora o due sarei stato come un fantasma ancora imbevuto di vita. Poi sarei tornato carne ed ossa. Volevo provare. Entrai nella stanza e la medium mi fece sdraiare. Chiusi gli occhi. Quando li riaprii vidi Terry che mi sorrideva, un metro sotto di me. Veleggiavo nell’aria, trasparente come un tulle. E non si trattava della solita esperienza extra-corporale: non vedevo il mio corpo giacere sotto di me. Ero interamente immateriale: tutto fumo e niente arrosto... Pieno di eccitazione, volai fuori dalla finestra aperta. Ero uno spirito. Non nel vero senso del termine, ma era come se lo fossi. Avevo capacità inimmaginabili, come volare rapidissimo oppure attraversare gli oggetti. Mi diressi alla casa del mio capo. Il verme si stava ingozzando.

Lo attraversai come un dito nella maionese. Gli si sbiancarono baffi, capelli, pupille e persino le calze. L’avrebbero trovato secco e sbiadito, l’indomani. Bella, però, la vista dalla sua finestra, col castello sullo sfondo. Visitare un castello da “fantasma”. Infestarlo... Forte. Schizzai attraverso i vetri chiusi e in un secondo arrivai sotto le mura. Puntai verso la torre più alta. Attraversai le pareti di roccia ed entrai. Era delirante aggirarsi soli nella torre oscura e silenziosa di un castello abbandonato e non avere paura perchè il fantasma sei tu! Strinsi i pugni per l’emozione con tanta forza da sentire le unghie nella carne. Carne e sangue. Ero di nuovo materiale. Tempo scaduto. Cercai invano una finestra, una porta o una botola.
Certo, avrei dovuto accertarmi prima di entrare che la torre avesse un’uscita.
Ora non sono più un fantasma. Ma tra non molto lo diventerò. Davvero.

Elena Magni