Sette vite

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

I.
Piovve una notte dal cielo lilla con un sonoro tic, tic, tac.
Soltanto una goccia o una benedizione? Se così non fosse, per quanto accadde, la si sarebbe detta un cavillo del diavolo spuntato dabbasso.

 

II.
«Mamma dov'è Sabrina Birichina? Non la trovo più!» pigola imbronciata Federica, cinque anni, tirando la sottana materna indaffarata in cucina.
«Cosa vuoi che ne so io?» taglia corto rivolta alla figlia viziata «Ne hai talmente tante di bambole!»

 

III.
Si è infilato dentro presto stasera. Fa freddo in strada e il cassonetto puzza, ma almeno è caldo. Si corica sopra uno scatolone di giocattoli vecchi, tra cui spunta una bambola senza occhi, e s'addormenta beato.
Quando il maglio idraulico della nettezza municipale lo schiaccia sul fondo insieme alla spazzatura dorme ancora, mentre un randagio disturbato salta giù dal coperchio aperto.

IV.
«Voglio quello!» grida al padre il ragazzino appeso alla rete del canile. La guardia blu annuisce e consegna il cagnolino smagrito che non la smette un attimo di fare le feste al nuovo padroncino.

 

V.
C'è qualcosa nella siepe. Tobia ringhia e balza all'inseguimento del felino attraversando la strada assolata.
Dalla curva esce una familiare che lo vede all'ultimo e inchioda le ruote perdendo il controllo.

 

VI.
Un bello spavento, ma per fortuna la gatta Nerina è salva e torna nella cesta in giardino.
Poco dopo inizia il miagolio travagliato del parto. Purtroppo l'ultimo della cucciolata è nato cieco.

 

VII.
«Mamma corri, Nerina ha fatto i micini!» urla entusiasta il piccolo Francesco attraversando il salotto di corsa.
Sua madre ha il telefono in mano e la faccia sconvolta. Qualcosa non va. La mamma sta piangendo.
«Hanno telefonato, il papà ha avuto un incidente mentre tornava a casa...»

Fabio Marangoni