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Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Quando se ne è andato, mi ha dato questa pila e mi ha promesso che sarebbe tornato prima che la carica si esaurisse. Non so quanti giorni sono passati, per proteggermi dai predatori notturni mi ha deposta lontano dall’entrata della grotta e così mi è difficile in questo buio tenere il conto dei giorni. Ricordo vagamente quando mi ha lasciata qui. Mi ha dato un leggero bacio sulle labbra e messo al mio fianco la pila. Lo sa che ho paura del buio.
Non tengo la pila sempre accesa, temo che si consumi e mi lasci al buio per sempre, ma quando l’oscurità inizia a popolarsi di rumori e di forme l’accendo, e il mio cuore ritorna a battere lentamente. Stefano ha sempre riso del mio palese disagio nel trovarmi al buio, come ai bambini cercava e cerca ancora di spiegarmi che tutto rimane esattamente immobile, niente cambia o si modifica, ma io non ci credo. Io sento, che quando il buio diventa più denso, qualcosa prende forma e comincia a strisciare alla ricerca di calore. Calore umano.
– Brr fa freddo qui. Amore ti prego sbrigati a venirmi a prendere, la pila non durerà ancora a...

Cristina