Cambio della guardia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3 e Vincitore del Premio Zombi

Da quando sono in prima linea ne avrò ammazzati diecimila. Tra uomini donne e bambini. Mi hanno affidato una mitragliatrice da trentacinque millimetri. Praticamente ogni volta che lascio a lei la parola quei mangiaossa cadono sei per volta. I proiettili li tagliano letteralmente in due. Ieri a una di quelle bestie barcollanti una raffica ha portato via tutta la parte sinistra del tronco. Quando il suo corpo è franato spezzandogli la spina dorsale, quell’abominio ha continuato ad avanzare. Strisciando sulle braccia.
E’ questa la cosa più difficile da credere quando la vedi. Continuano a venire verso di te finché non gli schiacci la testa.
Oggi ci danno il cambio. Dalle retrovie arriveranno altri a tenere a bada la marea.
Sono marci dentro e fuori. Dieci mesi fa erano solo pagine di letteratura di terz’ordine. Poi l’epidemia. Un’epidemia che non colpiva nessuna razza o specie vivente. Un virus che ha tirato fuori i nostri morti dai loro loculi.
Li chiamano mangiaossa, putridi, ritornati.

Quasi nessuno col nome di quando non esistevano. Zombi.
L’odore della piana davanti alla barriera di mitragliatori, che ci protegge dalla loro ultima avanzata, è quello di milioni di carcasse che diventano sapone.
Ma all’alba si va a casa. Tra non molto vedrò la pattuglia che viene a dare il cambio a tutti noi.
Ormai il cielo va schiarendo. A meno di venti metri comincio a distinguere troppo bene una gamba che tremola. E’ grigia e il sangue che ne esce sembra pus.
Eccoli! Sento gli uomini del turno di giorno urlare. Festeggiano. Chiunque lo farebbe dopo essere stato un mese a staccare teste di morto.
Vedo delle figure che si avvicinano ai piedi della collina.
Hanno divise nuove di zecca.
Un’idea assurda mi riempie la mente.
Di sicuro sono stanco.
Però a me sembra vederli barcollare.

Massimo Guetti