Lungo il fiume non voltarti

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Barricato in auto coi finestrini sigillati, e il fiato che opacizzava la visuale davanti e intorno a lui, aspettava che il temporale si placasse. I tuoni troppo intensi e rumorosi- che si materializzavano a raffica da almeno un quarto d’ora- avevano obbligato Antonio a scovare un riparo sotto un ponte. Era ancora distante da casa, e non se la sentiva di proseguire. Era cauto lui, ma era conosciuto e deriso come uomo di scarso coraggio. Poco incline all’avventura, in una parola debole... E mentre la pioggia intensa arrivava da ogni direzione, lui si sentiva la testa girare, e una musica stonata, acida, invadente. Antonio non ne poteva più. C’era buio fuori ma non poteva giurare si trattasse dell’effetto del temporale.

Non uscivano parole dalla sua bocca, non sapeva più perchè si trovava lì. Proprio li. Poi d’un tratto, forzato da una sensazione martellante, apre gli occhi. Il finestrino alla sua sinistra è cristallino, e come fosse il vetro di una cornice, si riempie di una faccia straordinariamente compatta, scura, paurosamente triste e fiera al contempo, e con tre trecce a circondare zigomi sporgenti.
“Sei il prescelto. Ti stanno aspettando”
“Chi sei? Vattene” e tentava di chiudersi dentro l’auto, stravolto.
“Silenzio!”
“Chi sei??”
“Ci stanno aspettando” E con forza impalpabile aveva disintegrato il vetro e afferrato Antonio portandolo fuori dall’abitacolo.
“Sono Toro Maculato, e tu sarai il grande sacrificio per ricomporre gli equilibri della terra. Non puoi più parlare, nè voltarti indietro lungo il fiume.”

... L’indomani un’auto era stata ritrovata. All’interno, uno scheletro ricoperto d’abiti ammuffiti... Gli indizi non avrebbero mai portato alla soluzione del misterioso caso.

Luisa Sala

Nata nel 1964. Lingue e letterature straniere Università Sacro Cuore Alliance Française.