Ti mangerei di baci

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Ho trascorso notti intere aspettando il tuo ritorno, ad attendere cullandoti in un sogno che speravo sempre fosse interrotto dal tuo arrivo. La chiave l’avevi ancora e mi addormentavo ogni volta indossando pigiami ornati da utopici frammenti colorati di vita al tuo fianco. Sarebbe esistito solo l’anelato gemito della porta che si apriva e tu che entravi leggiadra e decisa. Non ti avrei chiesto di lui, a cui dicevi:
“Ti mangerei di baci”, non avrei respirato il tuo profumo che non era più frutto dell’unione dei nostri corpi.
Non ce ne sarebbe stato bisogno, quell’odore desueto l’avremmo lavato con la fragranza pulita del nostro amore, immersi in un bagno notturno dentro quella vasca di emozioni che era la nostra storia.
E quante nuove essenze profumate avremmo potuto scoprire!
Le avrei spalmate sulla tua pelle vellutata, sui tuoi morbidi seni, sulla tua bocca delicata, lasciando che la tua anima grata mi restituisse amore eterno.

Ma tu non hai mai dato un giorno al tuo ritorno, mi hai incatenato in un mondo di silenzi che apriva ferite incurabili nella mia vita.
Dov’eri? La mia disperazione ti cercava. Ma tu, lontana, dormivi fra le sue braccia.
“Ti mangerei di baci”.
A me non l’avevi mai detto.
“Ti mangerei di baci” gli sussurravi teneramente mentre scivolavi dal tuo cuscino e arrivavi da lui. Ma ti avrei perdonata se tu fossi tornata.
Perché non hai mai risposto al mio lacerante dolore?
“Ti mangerei di baci”.
Adesso sono io che te lo dico, nella penombra della vostra camera da letto, accarezzando una ciocca dei tuoi capelli che muore in un disegno di sangue mentre addento dolorosamente ciò che resta della tua bocca, che sarà mia per sempre, cercando una risposta nel deserto sconfinato dei miei pensieri stanchi.

Francesco Cicogna