Tempo di morire

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

La lancetta dei secondi si muove ancora. Sospiro di sollievo. Dunque sono vivo. Anche questa volta ho dormito meno di otto ore.
Con apparente calma prendo in mano il Panerai e lo allaccio al polso.
Ancora prima di lavarmi il viso, di pulirmi le orecchie, o di tagliarmi le unghie, indosso l’orologio. Lo faccio sempre, prima di ogni cosa, perché l’orologio ha la precedenza, anche sul buonsenso.
“Te ne separi solo quando dormi, giusto?” mi chiede Alessia, appoggiata con una spalla alla soglia del bagno. Indossa solo la camicia da notte, tremendamente sexy. Vorrei soddisfarla, ma non posso. Oggi devo uccidere un uomo.
“E’ la maledizione” le rispondo compiacente.
“Non hai paura di lasciarlo sul comodino? E poi perché non dormi più di otto ore?”
Evidentemente oggi comincia male. Mi sembra un terzo grado, un bombardamento di domande retoriche che hanno lo scopo di innervosirmi. Ma anche questo non lo posso permettere. Dopotutto siamo appena svegli, mi dico. Magari con la luna storta.

“E’ automatico. Se non si muove si ferma. L’autonomia è di otto ore, minuto più minuto meno.”
Alessia sorride, ma non è comprensione, è derisione.
“E se si ferma?”
“Sono morto”.
Esco dal bagno, e lentamente mi vesto. Jeans, calze, camicia grigia, come il risveglio.
Mentre l’abbottono mi accorgo che la finestra dello studio è aperta. Dall’altra parte del vicolo, affacciato ad una finestra alla mia stessa altezza un uomo che non ho mai visto.
Un fremito.
Quando parte il colpo mi sto abbottonando il polsino. L’orologio viene a trovarsi giusto davanti al cuore, dove punta il proiettile.
Volo all’indietro, e mentre accade penso ad Alessia. Il proiettile colpisce l’orologio che si ferma.
Io muoio.
Una frazione di secondo dopo, il cuore esplode.
Ma sono già morto.
Sorrido alla beffa. Ora Alessia non crederà mai alla maledizione.

Michele Mischi

Nato a Verona il 14 settembre 1973, perito elettrotecnico, dopo svariati lavori ho trovato quello che mi permette di arrivare a casa la sera senza pensieri. Leggo con impegno dall'età di quattordici anni, quando un compagno di scuola mi ha fatto conoscere Stephen King. Mi annoio facilmente, e spesso mi trovo a leggere quattro o cinque libri contemporaneamente. Alla lettura affianco la passione per la musica e il cinema. Quando non ho gli occhi troppo stanchi la sera, scrivo. Toglietemi tutto, ma non i miei libri.