Nocturna

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Mi piace abbracciarti la notte. Non ti accorgi quando ti osservo nell'oscurità, mentre giaci inerte nel letto, come fossi morta. Odoro i tuoi capelli, immagino le mie labbra sulle tue. E sono felice quando a volte ti svegli nel buio, come appena uscita dal peggiore incubo, e ti guardi attorno. Terrorizzata. Come per cercarmi. Lo senti che ti sono vicino, anche se non mi vedi. Sono sempre con te mentre dormi. Dietro di te.
E ho deciso finalmente di rivelarmi a te, amore, per premiarti. Ti sei svegliata, l'altro ieri. Ti sei voltata ti ho permesso di guardarmi negli occhi. Quale gioia ho provato, amore! Ho sentito il tuo cuore battere senza controllo nel petto; ho visto i tuoi profondi occhi azzurri spalancarsi, e parevano uscir fuori dalla testa. Prima che il tuo cuore si arrestasse all'improvviso, ho udito un sommesso grido soffocato uscirti dalla gola. E poi l'anima ha lasciato il tuo corpo, ma non l'ho lasciata scappare. L'ho voluta tenere per me.

E' stato un attimo, il più bello che abbia mai provato, ma lo conserverò sempre nella memoria. E ti ho tenuta stretta tutta la notte, amore. Eri fredda e rigida, e avrei voluto scaldarti, ma non mi è concesso. Sono un angelo caduto, ma mi piace definirmi il tuo angelo custode, anche se i vivi mi vedono da secoli come un orribile mostro ribelle.
Ora sei sepolta quaggiù e le tue membra diventano di giorno in giorno più livide e grigie. Presto verranno i vermi a scavarti nelle viscere. Mentre il tuo corpo avvizzisce e si sfacela, sarò lì, a guardare la tua bellezza fiorire. Starò con te per l'eternità. Ti abbraccerò per tutte le notti fino alla fine del tempo, e ricorderò quell'istante in cui il tuo sguardo ha trovato il mio, amore.

Matteo Boaretto