Porta spalancata

Che barba, ricomincia a piovere.
Sono proprio stufa di starmene chiusa in casa e di non poter lavorare in giardino, e nemmeno uscire a fare due passi. Pazienza, aspetterò che Christian torni alle cinque, poi vediamo di combinare qualcosa per la serata.
Tanto, tutto andrà come al solito: finiremo per affittarci un film, nient’altro.
Dovrei pensare di più a me, ripetermi più spesso che “sono una donna, non sono una santa”... Che noia che noia che noia!
Le riviste di moda le ho già lette tutte, e il tempo è così opprimente che non mi va nemmeno di finire di leggere il giornale. E non ho voglia di guardare la televisione: sempre i soliti sceneggiati scemi, le solite notizie che ti mandano in depressione.

Guerre di qua, guerre di là, gli esodi delle vacanze, gli incidenti stradali, gli attentati, quel serial killer che ha già ammazzato quattro donne... come avrà fatto poi a entrare così facilmente nelle loro case? Boh!
Come piove. L’acqua viene giù a scrosci, e mi sembra di sentire il suo rumore più forte del solito. E com’è che si sente dentro casa questo vento freddo? C’è una corrente d’aria che viene dalla cucina.
Non ho proprio voglia di muovermi, mi sento pigra, ma è meglio andare a vedere.
Ah guarda, certo che Christian è sempre il solito distratto: oggi è uscito in giardino dalla cucina e ha lasciato la porta spalanca...

Timur Lenk