La spinta

Aprendo il cassetto avvertì la sensazione di violare l'intimità di qualcuno. Eppure era il suo cassetto, dove erano stati riposti tutti i suoi effetti personali, dalla sua infanzia alla sua maturità. Lettere, racconti, diari, indirizzi. Come può cambiare un uomo. Era come guardare delle vecchie fotografie o guardarsi nello specchio: non si riconosceva. Non aveva scritto lui quella roba. Era stato un altro. Un ragazzo che sognava qualcosa di grande, che era disgustato da una vita normale, da un lavoro ripetitivo e noioso, da una famiglia banale e borghese.
Si era completamente dimenticato di quel periodo, delle sue idee, del suo rifiuto per tutti i compromessi. Non aveva più molto tempo per pensare. Il lavoro in banca, non certo eccitante, ma stabile e sicuro, sua moglie e suo figlio, le rate dell'auto, il mutuo della casa, le tasse...
Uscì sul balcone a prendere un po' d'aria. Sentiva dietro di sé una presenza. Si voltò ma non c'era nessuno. Eppure, prima di cadere al suolo, avrebbe giurato che qualcuno gli aveva dato una spinta.

Pierluigi Porazzi