Chi ha paura?

Camminava all’indietro come i gamberi Lisa. Aveva paura, ma non lo avrebbe mai ammesso. Quel pezzo di bosco lo faceva tutti i giorni per tornare a casa e canticchiava fra sè per farsi coraggio... chi ha paura del lupo cattivo...
La signorina Giuditta, la sua maestra di catechismo, le aveva detto di farsi il segno della croce e invocare il Signore, Lui l’avrebbe protetta ogni volta che ne avesse avuto bisogno. Ora sentiva quel bisogno. Le ombre scure si addensavano nel sottobosco e il fruscio dei piccoli animali che si muovevano guardinghi, le facevano arricciare i capelli alla base dell’esile collo di bambina. Sotto la volta verde della boscaglia, sembrava che il tempo fosse passato più in fretta, non si era resa conto che là le ombre della sera arrivavano prima. Si segnava con la croce Lisa e si pentiva amaramente di aver disubbidito alla mamma. Quante volte le aveva ripetuto di non prendere quella scorciatoia? Ma a lei piaceva tanto passeggiare all’ombra dei grandi alberi, raccogliere i primi fiori di primavera, ascoltare il gracidio delle ranocchie in prossimità dello stagno, nascondersi dietro i tronchi e spiare gli scoiattoli che scendevano dai rami in cerca di ghiande. Ma come tutti i bambini anche Lisa dimenticò ben presto la sua paura, attratta da una radura dove faceva bella mostra di sè un ciuffo di viole, illuminato da un raggio di sole che filtrava dai rami. Senza pensarci si avviò nella sua direzione. Già pregustava la gioia della mamma, quando le avrebbe offerto il mazzolino profumato.

Demy aveva ancora nelle orecchie le raccomandazioni di mamma: “Non allontanarti troppo da casa! Stai attenta, nel bosco ci sono molti pericoli!” Ma come tutti i piccoli, anche lei aveva ben presto dimenticato i buoni consigli. Ora correva felice saltellando, il bosco non aveva segreti per lei, ricordava perfettamente il posto dove il giorno prima aveva visto quei bellissimi fiori profumati, correva a perdifiato per la gran voglia che aveva di annusarli. Giunta in prossimità della radura si fermò di botto. Chi era quella intrusa che raccoglieva i suoi fiori? Si chiese arrabbiata. Si fermò sotto un ramo a spiarla, la udiva canticchiare sottovoce, la guardava muoversi aggraziata. Era proprio carina pensò Demy, uscì piano, cautamente, dalla selva in cui si nascondeva, si avvicinò furtiva ma con un lieve sorriso che le stirava il musetto curioso.
Lisa in quel mentre sentendosi osservata si girò, restò un attimo interdetta, vedendo quella creaturina che l’osservava. Un caldo sorriso le illuminò lo sguardo, parlò piano, dolcemente per non spaventarla... tese una mano in una lieve carezza che Demy accettò sorridendo, si capirono subito le due creature. Incominciarono a giocare felici, dimentiche del tempo che passava e della sera che si approssimava.
Era quasi buio ormai... le due mamme erano in ansia non vedendo le loro piccole tornare. Andavano avanti e in dietro angosciate... dove potevano essere?
La mamma di Lisa si rivolse al marito seduto sotto il portico a lavorare a quell’articolo che tanto gli interessava...
“Bisogna andare a cercarla... non ha fatto mai cosi tardi... anche stavolta mi ha disubbidito, sono sicura, avrà preso di nuovo quella scorciatoia...”
L’uomo alzò lo sguardo scrutando il bosco che delimitava la loro proprietà. Una vaga inquietudine lo assalì... si alzò... si diresse nel sottoscala a prendere il fucile da caccia. Meglio essere prudenti...
Giunto nel bosco si avviò per il sentiero incriminato, scrutando, in cerca della sua bambina.
Il papà di Demy ascoltava infastidito la voce della sua compagna... era un'ora che continuava a ripetergli di andare in cerca della piccola. Lui non capiva questa preoccupazione. Rassegnato si avviò... L’uomo con il fucile sotto braccio continuava la ricerca, gridando a gran voce... Lisa!... Lisaaaa!
Ma ecco, giunto in prossimità della radura, vide con orrore la sua bambina rincorsa da un... senza pensare imbracciò il fucile e sparò, colpendo quell’essere in pieno petto. Lo vide stramazzare al suolo, udì la voce della bambina urlare disperata. Corse a perdifiato per abbracciarla, per calmare il suo folle terrore, inciampò in una radice... cadde... perdendo i sensi.
Il papà di Demy sentì il rumore del colpo, la paura gli attanagliò lo stomaco... “un cacciatore!” pensò disperato...
Corse... corse... giunse alla radura... un ululato disperato gli squarciò il petto... vide la sua cucciola stesa per terra, in un lago di sangue e un cucciolo di umano guardarla tremando.
Un folle furore lo prese... con un gran balzo le fu sopra, azzannandola alla gola. Lacrime disperate gli scesero dagli occhi, mentre con più forza lacerava quell’esile collo.
Un grande dolore sentì Lisa, mentre la sua mente cominciò a canticchiare... prima di spegnersi per sempre...
… chi ha paura del lupo cattivo…

Rita Califano