Un saluto non si nega mai

Poco fa ho sentito qualcuno gridare aiuto.
Mi sono acquattato in questo cespuglio, senza badare alle spine di mora che mi hanno graffiato il viso. Ma dovevo nascondermi. Non voglio che qualcuno mi noti. Io l’ho vista!
Proprio così. Santissimo, ci sono perfino inciampato sopra.
Ho ventinove anni e fra non molto aprirò un bel negozio di articoli da pesca.
Amo pescare, passerei ventiquattrore al giorno seduto sul molo a guardare il galleggiante danzare sulle acque calme. Mi fa pensare ad un ballo. Un ballo lento ed elegante, di quelli antichi.
Ero diretto proprio là questo pomeriggio, al lago. Pensavo non venisse mai nessuno da queste parti in questa stagione, ma oggi mentre percorrevo il sentiero ed annusavo l’aria pulita dei pini, ho sentito una voce.
Frettolosamente ho tolto il dito dal naso. Non voglio che qualcuno mi becchi mentre svolgo le mie pulizie personali. Mamma mi ha educato che non è bene fare certe cose in pubblico. Calmatomi un poco decisi di tornare a casa. Non mi ci sarebbe voluto molto, ho un passo svelto e conosco tante scorciatoie.
Preso il mio succo di pomodoro, pensai di tornare al lago passando per il sentiero dove avevo incontrato quella ragazza. Non si può mai sapere, magari inciampando aveva lasciato cadere il Walkman e a me sarebbe tornato comodo, perché il mio mangianastri da un po’ di tempo gira più lento e la mia voce sembra quella di un extraterrestre con la bocca piena di fagioli. Non che l’abbia contro gli extraterrestri, anzi, passerei ventiquattrore al giorno a cercarli fra le nuvole mangiando fagioli.
Proprio a metà strada, quando già avevo abbandonato l’idea di trovare qualcosa, inciampai sul sentiero. Avevo il dito dentro il naso e mi sono fatto male, ma non pensavo fosse qualcosa di grave, non che lo sia sul serio intendiamoci, ma ora guardandomi meglio mi sono accorto d’avere il giubbino da pescatore, quello con tante tasche, fradicio di sangue.
“Santissimo” ho gridato, non ricordavo sassi in quel tratto, quindi mi sono voltato e ho visto il corpo di quella ragazza nascosto fra i cespugli. Avevo incespicato sul suo braccio che sbucava come la radice di un pino. Ero molto spaventato ed il cuore aveva cominciato a galoppare forte. Spero non mi abbia lasciato l’ammacco sulla parte sinistra del petto. Non mi va’ che qualcuno possa pensare che mi stiano spuntando le tette come a una donna.

Comunque mi sono inchinato come quando cerco lumache e con le braccia mi sono fatto largo fra i cespugli.
Santissimo, era una scena orrenda. La maglietta era tutta stracciata e non ho potuto fare a meno di guardarle il petto o quello che doveva esserci sotto la carne maciullata. Se lo venisse a sapere mamma... Aveva la gonna alta sui fianchi e le mutandine stracciate per terra qualche metro più avanti. Avevo portato la mano a coprire gli occhi, ma non potevo evitare di scorgere il liquido rosa che le colava tra le cosce. Quello era niente rispetto al resto del corpo. Non volevo guardare troppo, perché altrimenti la notte non sarei riuscito a dormire. Ma era un disastro.
Era tagliata da tutte le parti, forse con un coltello e la carne ancora fresca non aveva smesso di sanguinare.
Santissimo, non sapevo che fare, come aiutarla... allora sono scappato per chiedere aiuto e pochi attimi dopo ho sentito le grida di qualcuno.
Quindi mi sono buttato fra questi cespugli, perché ho compreso. Avrebbero dato le colpe a me e io non voglio finire in una cella, là dentro mamma mi diceva che non ti lasciavano neanche pescare.
Non l’avrebbero mai capito che io non ho nulla a che vedere con questo pandemonio.
Ora che faccio? Santissimo che brutta situazione. Quella povera ragazzina poi...
Forse chi l’ha trovata va via. Sento le grida più lontane, giù per il sentiero.
E’ il momento di darsela a gambe.
Passerò al lago a riprendere la mia roba, poi torno a casa perché oggi non è proprio giornata.
Faccio per alzarmi ed una spina mi punge il dito. Lo metto in bocca e mi pulisco sul giubbotto, tanto sarebbe stato comunque da lavare. Sento qualcosa dentro la tasca superiore. Infilo la mano ed estraggo un capezzolo tutto insanguinato, inizialmente mi sembra una di quelle lumache senza guscio, controllo meglio e trovo un orecchio, un altro capezzolo ed un occhio celeste... Santissimo, cosa ci fanno dentro le mie tasche? Ah la vita a volte riserva strane sorprese. Poco male, li sistemerò assieme agli altri sul bancone dietro casa. Formeranno i vermi ed attireranno le mosche per i miei pesciolini. Vanno ghiotti per la gelatina degli occhi.
Ora scappo via e torno nella mia casetta, ho voglia di ascoltare il Walkman.
Non che voglia isolarmi dal mondo, anzi, passerei ventiquattrore al giorno a passeggiare per questi sentieri e salutare cordialmente le persone che ascoltano la musica... Santissimo ti fa sentire bene.

Adriano Secci

Adriano Secci, 27 anni, nato ad Iglesias (CA) dove tuttora risiede pubblicista. Il mio primo lavoro (un romanzo) è stato pubblicato all'età di 17 anni.