Il braccialetto

Appena Vincent fu uscito, Yoshi cominciò a pensare ad Heather.
Quella ragazza aveva qualcosa, non era bella ma doveva ammettere che poteva piacere. Il fatto che piacesse a Vincent, anzi nelle sue parole che la amasse addirittura, ne faceva un bersaglio ideale.
Poteva far male a Vincent, molto male, ma gli serviva ancora: ma niente gli impediva di punirlo nei sentimenti, facendogli credere di essere stato abbandonato. Aveva gettato un'esca alla ragazza il giorno prima, un discorso sui cinquantenni e sui problemi che sarebbero intercorsi per la differenza d'età. Lei sembrava aver compreso, aveva detto che lo avrebbe lasciato.
Naturalmente sarebbe stato un abbandono fittizio: la ragazza era un piatto troppo prelibato per non essere sfruttato commercialmente.
Vincent uscì dall'edificio, e salì sulla Maserati bianca. Poteva usare tutte le auto di Yoshi, ma non lo faceva quasi mai: stavolta però voleva sfogarsi, e ci sarebbe riuscito meglio torturando l'auto preferita di quel delinquente.
Andò ad Arlington e tornò indietro, tutto col motore fuori giri: bastò per rovinare quella meraviglia della tecnologia senza farsi fermare dalle forze dell'ordine.
Quindi riprese la sua Ferrari e tornò a casa.
Abitava in una villa splendida, a poche miglia dalla città. Era in un'area residenziale per gente ricca e riservata, con molto verde e altrettanto silenzio. L'aveva scelta per avere un angolo in cui riposare la mente ed il corpo dall'assurdo mondo in cui lavorava, dai traffici segreti e dai lamenti che ormai non ascoltava più, ma che gli rimanevano dentro.
Aprì il cancello col telecomando, e notò con sorpresa la presenza della Ford di Heather. Trovò la bionda in cucina, intenta nella preparazione della cena: le aveva dato le chiavi, anche se vivevano separati e non avevano mai parlato di convivenza.
Le si avvicinò alle spalle e la baciò sul collo, poi chiuse gli occhi mentre le cingeva le braccia intorno. Annusò il suo profumo, misto a quello della carne arrosto che aleggiava nell'aria.
La strinse forte da dietro, ma lei non gli disse niente. Sapeva che era il suo modo di scaricare la mente dai brutti pensieri, e aveva imparato ad amare anche quella sua abitudine.
Quando allentò la presa si girò e si vendicò, fingendo di strozzarlo mentre lo baciava con trasporto. Questo gioco lo aveva spaventato la prima volta, ma poi lo aveva apprezzato, come un gesto d'affetto.
Passarono la serata a vedere un film d'azione con una storia d'amore romantica e struggente, la storia di un amore che resiste all'eternità. Alla fine lei piangeva, e lui le asciugava le lacrime con i propri baci, come nella canzone che aveva accompagnato le immagini più intense.

Il discorso di Yoshi l'aveva aiutata a capire che tra loro non sarebbe durata, non poteva durare, quindi cercò di godersi ogni momento, di non fare domande, di vivere ogni minuto con Vincent come se fosse l'ultimo. Lei era una ragazza di ventisei anni e lui un uomo di cinquanta, anche se ne dimostrava dieci di meno. Lo amava, ma aveva paura che l'amore non avrebbe potuto reggere alla prova del tempo.
Lui le prese la testa tra le mani, mentre erano seduti sul dondolo sotto il porticato, illuminati dalla luna. La baciò e poi la fece stendere con la testa sul suo grembo, carezzandole i capelli, e il naso, e le labbra, con la punta delle dita.
Le prese le mani, una per volta, e baciò le sue dita, piangendo in silenzio.
Capiva anche lui che quel momento era prezioso, e che dovevano farne tesoro.
Si sfilò il bracciale d'argento, dove era inciso un drago simile a quello del suo tatuaggio, e lo strinse intorno al polso di Heather, molto più esile.
Lei lo guardò alla luce della luna e pianse, quando conobbe la storia di quel bracciale.
"Oh, Vincent... è un regalo bellissimo quello che mi stai facendo... mi dispiace tu voglia privartene, ma lo apprezzo ancora di più, perchè capisco che per te ha un significato particolare... Aspetta..."
Si mise le mani dietro al collo, e si slacciò la catenina.
C'era scritto HEATHER.
"Questa catenina è tutto ciò che avevo quando sono stata trovata. La porto... la porto da tutta la vita."
Stavolta era Vincent a non trovare le parole.
"Amore... non puoi privarti di..."
Non fece in tempo a finire la frase, perchè lei lo baciava di nuovo.
"Stai zitto. Sono io che voglio dartela, ora ho il tuo bracciale. Diventerà come quella catenina, non lo toglierò mai più, per tutta la vita..."
Lo baciò e cominciò a spogliarlo, poi si sfilò i vestiti ed entrarono nella botte interrata tra le piastrelle. L'acqua calda li avvolse e restarono lì, nudi ed abbracciati, a guardare le stelle.

 

***

Il mattino dopo, Vincent aprì gli occhi quando il sole era già alto. La testa gli girava. Ricordava confusamente di essere entrato in casa con Heather, ancora gocciolanti, e di averla amata per ore, come se non ci fosse un domani.
Girandosi intorno, capì che quella premonizione era esatta quando vide le chiavi poggiate sul bancone della cucina. Ancora nudo, cominciò a girare per casa, e non trovò più nulla che gli ricordasse la ragazza.
Neanche un messaggio.
Fece una doccia, si vestì e in venti minuti era al lavoro. Cominciò a revisionare ogni cosa, a controllare le cartelle di documentazione, a fare di tutto per non pensare a lei. Gilbert e Ned stavano facendo il giro delle celle, quindi non ebbe occasione di vederli: la cosa non potè che fargli piacere, non sopportava il modo in cui si disputavano i favori del capo. Dopo un paio d'ore Rebecca si affacciò alla porta del suo ufficio. Non la vedeva dall'ultimo film.
"Vincent, cosa fai qui tutto solo?"
"Niente, devo sistemare alcune cose..."
"Hai dormito bene?" chiese lei, e se ne andò senza aspettare una risposta.
Sapeva di piacerle, ma non era un sentimento ricambiato.
Pensava che Rebecca fosse pazza come Yoshi.
Se avesse saputo cosa era accaduto la sera prima, l'avrebbe uccisa con le sue mani.
Alle due del mattino precedente, il furgone di Gilbert e Ned si era fermato fuori dalla casa di Vincent.
Yoshi li aveva avvertiti di tenersi pronti. Aveva detto a Heather che Vincent si era confidato con lui, e che si riteneva troppo maturo per lei: sarebbe stato meglio se lei gli avesse fatto un discorso simile, per non ferirlo.
Poi con le telecamere nascoste aveva controllato che la serata si fosse svolta nel modo previsto, e aveva dato il via ai due collaboratori.
Alle due e trenta minuti Vincent era inoffensivo, mentre Heather era in viaggio verso la sua ultima destinazione.
La ragazza si era svegliata alle tre grazie ad una iniezione, legata al tavolo della stanza rossa.
Yoshi era entrato nella stanza ma lei era rimasta relativamente tranquilla, non sapendo nulla degli affari segreti del suo amante.
L'uomo aveva notato subito il bracciale di Vincent al polso di Heather, e aveva dovuto combattere contro se stesso per non impadronirsene subito.
Lo avrebbe preso alle tre e quarantacinque minuti, dopo aver spento la telecamera portatile.
Vincent impiegò il resto della giornata a distruggere tutta la documentazione, per non lasciare alcuna traccia delle loro attività, quindi andò a riferire la situazione a Yoshi.
Lo trovò nel suo ufficio, intento a trasferire via computer i suoi capitali.
"Scusa un attimo... ecco fatto. Ho dirottato trenta milioni di dollari sui tuoi conti, come liquidazione... Mi sembra che tu possa ritenerti soddisfatto..."
Il braccialetto di Heather era celato dal polsino della camicia: avrebbe voluto mostrarglielo come parte della vendetta ma non poteva, Vincent gli serviva ancora. Se la fase Omega non si fosse svolta in modo esemplare, non c'era luogo al mondo dove rifugiarsi da Marziale, quindi doveva controllarsi.
A Vincent avrebbe pensato dopo.
"Io parto domani mattina, andrò a Claiborne e da lì prenderò l'idrovolante, dopo aver fatto piazza pulita della roba compromettente..."
Continuava a non guardare in faccia Vincent, per paura di tradirsi. "Ah, ho deciso che mi porterò un paio di ragazze... e forse anche un uomo. Ho in testa ancora un film, e mi dispiacerebbe lasciare l'opera incompiuta."
Vincent dovette fare un grosso sforzo per non esplodere.
Era a terra per l'addio di Heather, e per il fatto che non gli aveva lasciato alcun messaggio.
Voleva che tutto finisse presto, per andarla a cercare.
Fino a quel momento avrebbe fatto di tutto per aiutare Yoshi: malgrado fosse un pazzo criminale, gli doveva la vita.
Ancora pochi giorni.

Alessandro Maiucchi