La befana vien di notte

- Nonna! Nonna! Ce la racconti una storia?
- E' tardi...
- Ma nonna, non riusciamo ad aspettare... Continuiamo a pensare alla befana! E se ci porta il carbone?
- Nipotini miei... Se non vi addormentate la befana non passerà proprio!
- Una storia corta corta cortissima?
Un sospiro
- E va bene. Ma poi dovrete dormire, perché la befana vien di notte, non di mattina.

 

"Scartando un cioccolatino alla fragola, guardò il grosso gatto nero entrare silenziosamente dalla porta socchiusa.
Il pelo arruffato dell'animale la fece sorridere.
- Occhio Marcio ti sei fatto valere, eh?
Il gatto si limitò a saltare sul grembo della sua padrona. Le mani dolci della padrona lo accarezzarono, lisciandogli il pelo nerissimo e lucente.
Il cioccolato fondente le si era ormai sciolto in bocca, lasciandole una gradevole impronta di liquore nel palato.
Tic Toc Tic Toc
L'antico orologio affisso alla parete grigiastra segnava le dodici.
Notte fonda.
Le forti mani deposero il gatto per terra.
- Mi dispiace, Occhio Marcio, ma devo andare. E' ora.
Guardandola attraverso il suo unico e giallastro occhio sano, l'animale sembrò annuire comprensivo. Iniziò a leccarsi il pelo.
Lui sa tutto
Tante lune erano passate da quando Occhio Marcio era venuto ad abitare con lei. Tante lune erano passate, ma Occhio Marcio non dimenticherà mai.
Lui è l'unico che sa
Sprimacciandosi l'abito scuro e sistemandosi gli svariati amuleti prese in mano un sacco di tela grossa, vuoto.
Uscì dalla piccola casa, prendendo la scopa appoggiata alla porta. Le sue vecchie scarpe affondarono nella neve gelida. Riflettenti ghiaccioli pendevano dall'albero rachitico.
L'albero era contento. Sapeva ciò che lei stava per fare.
I rami incrostati sembravano salutarla, quando lei partì nella nebbia.
Come ogni anno lei lo avrebbe soddisfatto.

Il sole stava per spezzare il buio con i suoi mille raggi lucenti quando lei tornò lentamente. La scopa volava lentamente, quasi tentando di accarezzare le varie nubi. La colpa di questa lentezza era del sacco, ora pieno e pesante.
Il gatto nero uscì velocemente, per salutare la sua padrona.
Anche quest'anno ce l'aveva fatta.
Le vibrisse dell'animale fremevano d'impazienza, ansioso di vedere cosa sarebbe successo dopo.
Lo sapeva, lo sapeva cosa sarebbe successo ma ogni volta era una cosa diversa
Il tronco dell'albero si mosse impercettibilmente.
Ogni volta era un'emozione travolgente.
Finalmente toccò terra con le sue vecchie scarpe sporche. Scese a fatica dalla scopa, facendo cadere pesantemente il sacco. Occhio Marcio trotterellò lì vicino, annusando l'odore del sacco.
Ogni anno nuovi odori
Il sacco si muoveva.
Questo non cambiava mai
Un movimento spaventato. Un movimento terrorizzato. Il gatto inspirò, chiudendo l'occhio sano.
Gli piace l'odore della paura
Lei, intanto, era accovacciata ai piedi dell'albero, scavando nella neve e nella terra gelata.
Li trovò.
Come ogni anno, erano lì. Li afferrò con le sue mani infreddolite. Dodici piccoli cappi.
Chissà quante volte erano stati usati
Si rialzò goffamente, mordendosi il labbro inferiore.
Molto lentamente attaccò gli sdruciti cappi ai vari rami dell'albero, posizionandoli in modo distanziato tra loro.
Un piccolo vento solleticava la vecchia corteccia.
Ogni anno, sempre così
Si girò, fece qualche passo incerto e finalmente slegò il sacco.
Il gatto nero spalancò l'occhio sano.
Ogni anno, un'emozione travolgente
Dodici bambini, nudi, si contorcevano nella tela. Con le sue mani adunche ne prese uno, incastrandolo nel primo piccolo cappio.
L'albero sentì, come ogni anno, una dolce e fluida spinta di calore nelle sue radici.
Diventava più forte
Lei sorrise, accaldata.
Anche lei diventava più forte
Un legame indissolubile annoda le loro due vite.
06 - 01 - 06 d.C.
Questo è l'anno del loro patto. E da allora, ogni 6 gennaio, lei arriva.
I bambini avevano paura.
Così sono state inventate storie, su di lei.
La befana è buona. Porta dolci ai bambini buoni.
No. FALSO
I dolci lei se li mangia.
Ai bambini cattivi al massimo porta il carbone.
No. FALSO
La befana non fa distinzioni: prende tutti i bambini.

Li attacca al suo albero. Al suo segreto.
Ogni Sei Gennaio.
Li attacca tutti, e sente le loro energie entrare nel suo corpo.
Il vento si fa allora più forte, scuotendo i dodici corpi inermi.
Uno per ogni mese
Rimangono appesi, sì, finché gli scheletrini gelati non cadono a terra confondendosi tra gli altri.
Allora lei slega i cappi e li sotterra.
E aspetta, con Occhio Marcio che le fa compagnia.
Aspetta pazientemente il Sei Gennaio, la data del suo patto."
Il silenzio è calato nella stanza.
- No..Nonna...?
La voce della nipotina più piccola spezza il silenzio.
- Hai inventato tu questa storia.. vero?..
Sussurra la nipote più grande, deglutendo.
- Sofia, Margherita, ora dovete veramente dormire.
La vecchia uscì dalla stanza.
Povere figliole, erano appena state mandate dai suoi genitori in vacanza dalla nonna. Non si erano ancora ambientate. Forse perché quella non era la loro vera nonna?
Si sedette sulla sedia.
Tic Toc Tic Toc
L'orologio segnava le dodici. Un grosso gatto nero la aspettava vicino alla porta della casa, strusciandosi contro il legno, impaziente.
Lei si avvicinò alla finestra, accostò le tende e vide un grosso e vecchio albero scosso dal vento.
- Sono vecchia... Ormai sono passati troppi anni...
Guardò la luna piena, facendo un sorriso sdentato.
- Quest'anno dovrò accontentarmi solo di due...
E si avviò per prendere un paio di cappi, sprofondando nella neve soffice.

Valentina Rossi