Lettera dall'inferno

Non ne posso più! Il cuore mi si torce ed miei occhi sono oramai secchi dal pianto. Il mio volto è scavato dalle troppe lacrime che non smettono di cadere. Lo stomaco mi si torce, provocando in me fitte atroci, come se al suo interno vi fosse un immondo ratto che avidamente ne sta rodendo le pareti. La gola si gonfia, ed il respiro diviene sibilante…. Il cuore accelera i suoi battiti, dandomi l’impressione di esplodere da un momento all’altro. Magari ciò avvenisse! Ma questa grazia non può esserci per quelli come me. Mani invisibili tengono il mio capo fisso in un punto dove continuamente vengono proiettate continuamente le mie colpe; spettacolo che mi vedrà spettatore per l’eternità. Ogni volta che tento di girare la testa, unghie affilate penetrano le mie carni, riportandomi alla visione dei miei orrori.
Questo dolore per me è eterno pur essendo ora in uno spazio senza tempo. Quì tutto è immobile.
Non esiste riposo o piccoli momenti di conforto.
Mi rivengono in mente le parole di mia nonna quando parlava dell’inferno. Magari fosse come lei lo descriveva. L’inferno è molto peggio poiché altro non è che la presa di coscienza di tutti i miei delitti più atroci. Il rimorso mi consuma adesso, come mai fece quando uccidevo le mie vittime. La mia anima ora è pura poiché provo quei sentimenti che prima non provavo e che ora distruggono il mio corpo. Che controsenso! Prima demonio in terra, ora angelo in un luogo di dannati. Ma so che questa è la pena per le mie colpe….

La mia anima è stata pulita per potermi straziare nel rivedere i miei delitti e torcermi dai dolori causati dal rimorso. E questo per l’eternità. Ogni giorno vanno le immagini dei miei orrori senza che io possa abituarmi ad esse, ed ogni volta la sofferenza è maggiore. Solo adesso scopro la pietà negli occhi di quell’uomo mentre cadeva sotto i miei colpi… Solo ora vedo nel viso di quella donna la pena ed il dolore per lo scempio che facevo del suo corpo. Solo ora vedo negli occhi di quei figli, il dolore per i loro padri la cui esistenza è stata da me stroncata. Solo ora vedo il dolore di quelle madri, i cui figli hanno avuto la sventura di imbattersi in me; il mostro. Se solo potessi far loro capire che quando io stavo facendo vivere l’inferno alle mie vittime, questo non sarebbe durato che poco più di qualche minuto... Loro adesso staranno beandosi nella sublime estasi della gioia eterna.
Assurda inversione voluta dal destino! Nei momenti in cui placavo la mia voglia di sangue, pensavo di vivere attimi di Paradiso, mentre altro non stavo facendo che costruire l’anticamera del mio inferno.
Ora sono qui, con i tormenti sulle mie carni, con i rimorsi che distruggono la mia anima mentre osservo scorrere le immagini dei miei orrori.

Marco Bianconi