Oggi. Il sogno

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Oggi. Il sogno fa male come fosse vero. Viene ogni notte, non bussa, apre la porta, chiude senza far rumore. Ormai sa: aspetto, come chi non ha paura; sei grande dice la mamma, i grandi non hanno paura degli incubi, sono forti e sanno sempre cosa fare. Sono grande, so cosa fare anch'io: chiudo gli occhi e il sogno se ne va. Forse. E invece sta lì, si avvicina, è un sogno anche di odori, un incubo che puzza di vino.
Non cambia mai, arriva vicino, sogno di svegliarmi, di dire che non è vero ma non se ne va più, porta il suo odore che quasi mi ubriaca fino sotto alle coperte; ma è gentile: nascondo la testa nel cuscino e non viene mai lì sotto.
Noi bambini abbiamo troppa fantasia, dice la mamma, crediamo di sentire anche cose che non possono esistere; è così, è inutile che pensi di stringermi sogno, non puoi farlo! E per colpa tua mi sono graffiato nel sonno, ho visto i segni facendo il bagnetto.

Anche adesso ci provi, ma tengo le mani ben ferme, divertiti pure, io continuo a dormire. Ma così mi fai male, a questo la mamma non crede mai quando le chiedo di farmi dormire nel lettone con lei e papà; quando mi fa male smette di essere silenzioso e comincia a piangere, sembra un animale che sbuffa, lo sento sotto al cuscino: si dispera sempre più, gli manca il respiro, poi comincia a piangere. Sento le lacrime umide sulla schiena. Sempre così, come ora, piange, ritorna silenzioso e va via di corsa e io so che tra poco è ora di alzarmi.
Infatti. "Buongiorno piccolino! Brutti sogni anche stanotte?" e mi dà il bacino del buongiorno.
"Papi sei una frana! Anche stamattina hai confuso il latte col vino!"

Stefano Scappazzoni