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Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Ero nel letto come tutte le sere con il computer acceso e lo schermo spento. Con Winmx di notte scaricavo film illegalmente da tutto il mondo. L'unico inconveniente era stato abituarsi al rumore della ventola del processore. Era tardi dovevo alzarmi alle sei! Il sonno non arrivava come sempre…
Solo le lucette del pc brillavano nel buio, ma sapevo che la mia sedia era lì davanti alla scrivania.
-Alzati!- la voce mi giunse improvvisa. Sbalordito spalancai gli occhi e accesi la luce.
La sedia era occupata.
Un signore di mezza età stava lavorando sul pc.
Mi balzò il cuore in gola.
Cosa ci faceva uno sconosciuto nella mia stanza?
Non mi degnava di uno sguardo. Sembrava non temere nulla da me.

-Ehi, chi Diavolo sei?!- esclamai alzandomi dal letto impugnando il peso con cui mi allenavo.
Ma quello niente. Completamente indifferente continuava a ticchettare sulla tastiera posando gli occhiali da vista sul tavolo.
La rabbia e la paura mi pervasero. Mi tremarono le gambe e strinsi il peso nella mano.
-Togliti di lì, bastardo! - urlavo a squarciagola.
Ma il signore di mezza età mi ignorò. Vidi l'orologio: le 4:50.
-Ehi!- ululai -ti ammazzo!- avventandomi su di lui. Cosa avrebbe fatto adesso? Doveva pur difendersi no? In quel momento vidi la porta che si spalancava: gli urli avevano svegliato i miei. Questo in parte mi rassicurò e rallentai prima di colpirlo. In quell'istante lo sconosciuto voltandosi mi guardò con i suoi occhi rossi, ammicando.
-Allora?- domandò mio padre sulla porta.
-Eh?- mi tirai su dal letto, il peso nella mano, il computer ronzava come al solito. Posai subito il peso e vidi la sedia rovesciata.
L'avevo colpita io?
-Un incubo?- chiese mio padre.
-Sì, tutto a posto- risposi.
Feci per spegnere la luce quando vidi gli occhiali vicino alla tastiera…

Claudio Foti