La città ignota

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Qui giacciono blasfeme creature abitatrici del Mondo prima della venuta dell'uomo. Esseri dalle forme di mostri onirici dimenticati alla comparsa della luce purificatrice; esseri dalle voci udibili in notti desolate dove la luna non compare e primeggiano le tenebre anche negli antichi anfratti di menti umane di folli abitatori della Terra consapevoli di un inconscio collettivo abitato nei suoi stretti vicoli da creature deformi che agitano i loro tentacoli sulle pareti di zone insondabili del nostro cervello.
Essi furono, essi sono, essi saranno.
Folle fu l'uomo che possedette le chiavi della porta dalla quale, in secoli putrefatti dal tempo, Loro presero dominio della Terra.
Maledetti sono coloro che custodiscono, con riti di grimori senza tempo, la porta serrata dal sigillo dei Custodi.
Sorvolando le mura del sogno. Attraverso geometrie sconosciute di luoghi irreali, giunsi nella città ignota senza tempo in una notte di luna fantasma per rimirare il tempio consacrato costruito sulla porta dei millenni.

Seguivo una delle tante file di anime che dai budelli della città si dirigeva al tempio coronato da guglie i cui vertici si perdono nel cielo misteriosamente celati da nubi nere. Assordato dalle blasfeme grida dei figli della città che, digrignando fauci gigantesche, emettono suoni nella lingua dei loro veri padri.
Fui trascinato alle porte colossali del tempio e sospinto per botole attraverso una ziggurat capovolta verso i miasmi della terra, come per una discesa nell'Averno, giungendo all'ultima porta nella stanza all'apice della piramide squadrata.
Pazzo diverrà colui che al risveglio non godrà della stigica misericordia su questi luoghi.
Dopo la luce calano le tenebre e incosciente è l'uomo che dorme ignaro di potersi ritrovare in una città senza luogo né tempo a vigilare per una notte alla porta dei millenni, a custodire una botola nell'ultima stanza del tempio.

Luca Limatola