La pietra

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Timoty era sempre stato affascinato da quella misteriosa stele: era una pietra dalla vaga forma conica molto somigliante ai Menhir europei, solo che si trovava nel Maine, precisamente ai bordi di una stradina molto simile ad una mulattiera che collegava due piccoli centri rurali...
Quello che catturava la sua immaginazione era la forma di alcune asperità sulla superficie, con un po' di fantasia quelle sagome indistinte apparivano come volti sofferenti nella sua mente.
I genitori erano all'oscuro della sua passione, il giovane sapeva che oscure storie erano legate a quell'oggetto, aveva sentito che negl'anni passati molte persone erano sparite in quella zona e i vecchi parlavano confusamente di terreni maledetti.
Chiedendo discretamente in giro venne a sapere che la pietra era qui probabilmente da prima della fondazione del paese, ottenne altre informazioni più interessanti: un anziano gli riferì che anni prima venne addirittura un professore dall'Europa ad analizzare la pietra, ma anche lui scomparve nel nulla.
La cosa che più lo affascinò fu l'avvertimento dell'ubriacone del paese che disse di non avventurarsi mai in quel luogo la notte del solstizio d'estate.
Timoty ne fu affascinato, tanto che accovacciato davanti alla pietra attendeva impaziente la mezzora che mancava allo scoccare della mezzanotte del 21 di giugno.

Giunta l'ora si pentì della sua curiosità: cominciò a provare un gran freddo, attorno a lui tutto si faceva tremendamente buio, cercò di fuggire ma non vi riuscì, la pietra era luminosa e le sue asperità avevano assunto le fattezze di volti urlanti; cercò di urlare a sua volta poi più nulla.
La mattina successiva Margie Coleman una ragazzina di 12 anni si soffermò ad osservare la stele, e fu molto colpita dal fatto che alcune nuove asperità sulla superficie ricordavano le fattezze del suo amico Timoty Marlon misteriosamente scomparso quella stessa notte.

Davide Palenzona

I miei racconti sono ispirati ai racconti di Lovecraft, il mio autore preferito, ne ho scritti molti.