Il verdetto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Un intenso profumo d’incenso mi riempì i polmoni, scossi il capo dolorante nel tentativo di svegliarmi. Mi guardai intorno, una flebile luce illuminava una stanza priva di finestre.
“C’e’ nessuno?”, gridai.
La voce rimbalzò e mi penetrò nelle orecchie come un martello, forse alla festa avevo esagerato.
Cercai di scendere dal letto ma le gambe non si mossero. Presi un lembo della coperta e la tirai giù, ebbi un sussulto, l’orrenda visione mi spezzò il fiato, cercai in vano di placare gli spasmi al cuore.
Avevo perduto gli arti inferiori, c’erano solo due monconi. Guardai l’orologio, un solo giorno era trascorso dalla festa per la mia vittoria.
Sollevai la testa e scorsi una figura, riconobbi l’uomo sulla carrozzella, era la parte lesa dell’ultimo processo. Avevo difeso il suo aggressore.
“Signor Spencer l’avvocato brillante e astuto. Come si sente?”, una fragorosa risata mi trafisse il cervello.
“E’ uno scherzo, vero? Quanto vuoi per farla finita con questa farsa?”, gridai.
“Farsa? Tu, hai deviato le indagini per coprire quel lurido delinquente, tu sapevi la verità e l’hai nascosta. Bastardo”, gridò.
“Ti prego, cosa mi hai fatto?”, gli urlai tra le lacrime.
“Niente che tu non abbia meritato”.

“Sarò indulgente con te, avvocato. Hai in mano il caso più importante della tua vita, l’ultimo verdetto. Morire di inedia oppure bere da questa fialetta rossa, il mortale veleno”, sghignazzò.
Vidi muoversi i due monconi, allungai la mano per toccarli ma l’uomo mi urlò addosso.
“Allora? Avvocato, ti piacciono?”, una risata riecheggiò.
“Ti prenderanno… non te la caverai”, sussurrai piagnucolando.
“Il tempo scorre dieci, nove, otto, hai deciso?, tre, due ..”
“La fialetta, maledizione, la fialetta”, imprecai.
Feci scivolare in bocca il contenuto amaro, lui sorrise. Prima di sprofondare nel sonno, l’uomo mi sussurrò.
“Mai sentito parlare di allucinazione indotta?”, ridacchiò.
“Maledizione”, replicai.

Maria Grazia Domini