Suicidio a tempo di "rave"

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Il Rave è stato fichissimo, ho ancora i timpani che vibrano. E pensare che prima ero così depresso, avevo persino pensato al suicidio; poi questa festa m'ha rimesso al mondo.
A malapena indovino la strada di casa. Mi dirigo come uno zombie verso il letto schiantandomi come un aereo in picchiata. La testa mi ronza: troppa birra. E quelle pasticche… Sudo come un bestia, mi viene da vomitare.
Sono stanco eppure non riesco a dormire: mi giro, mi rigiro, sto malissimo… Alla fine cedo alle ombre e inizio a sognare:
"m'alzo dal letto con la testa che scoppia… porcamiseria, quanta robaccia ho ingoiato ieri. Vado verso la toilette, per rinfrescarmi. Apro il rubinetto: acqua fresca, gocce scorrono sulla pelle. Inizio a stare meglio; ma c'è qualcosa di strano. Terribilmente strano. Non so, una sensazione, un odore forse.
Ecco, un soffio gelido sul collo, brividi lungo la schiena. Alzo la testa dal lavabo scrutando, attraverso lo specchio, la porta dietro le mie spalle: intravedo una sagoma oscura, macabra, inquietante.

Ma dai, sto sognando. Adesso mi volto e non ci sarà niente…
Davanti a me, invece, orribile e reale, si staglia la Morte, proprio come viene descritta: scheletrica, avvolta da un nero mantello.
No! Non voglio morire! Vattene! Reagisco in modo violento gettandomi contro quell'orrida figura. Cerco lo scontro fisico, la lotta.
Così, avvinghiati, cadiamo oltre la porta e una strana sensazione mi pervade: non ho più Lei tra le braccia, mi sento fluttuare: vento tra i capelli, assenza di gravità…
Inizio a risvegliarmi…
"
Apro gli occhi e mi accorgo che non sto sognando. Non sto cadendo al di là della porta, ma oltre la finestra, giù dal quinto piano, verso la fredda e dura terra che aspetta per accogliermi nel suo ultimo, devastante abbraccio…
Ultime notizie: "Giovane suicida dopo un Rave…"

Marco Cinque

Marco "Red Eagle" Cinque nasce a Roma il 4 settembre 1957.  Dal 1988 al 1991 è impegnato in progetti educativi nel campo del disagio adolescenziale.  Ha collaborato come fotografo free-lance con alcuni giornali e riviste. Sue immagini sono state esposte in mostre collettive in Italia, Germania e Stati Uniti.  Nel '92 inizia a corrispondere con due nativi d'America rinchiusi nei bracci della morte statunitensi. Il suo corrispondente Cherokee (il 73enne Ray "Running Bear" Allen), lo ha nominato fratello adottivo e gli ha conferito il nome di U-wo-li Gi-ga-ge, che significa "Red Eagle" (Aquila Rossa). Nel 1994 promuove la campagna nazionale di adozioni epistolari "Adotta un condannato a morte".  Cura la pubblicazione di libri (tra cui "Prigionieri dell'uomo bianco" Ed.KAOS e "Parola di Vecchio Orso", Ed.Multimedia) e articoli sui temi della pena di morte e delle minoranze native americane. Sempre sugli stessi temi partecipa a numerosissimi incontri pubblici in teatri, piazze, librerie, centri sociali e soprattutto presso istituti scolastici di ogni ordine e grado della penisola. Cura inoltre varie esposizioni di dipinti realizzati da prigionieri condannati a morte negli Usa. Le sue ultime pubblicazioni sono "Giustizia da Morire - Voci umane dai bracci della morte degli Stati Uniti" Multimedia Edizioni, Salerno, e "Pena di morte? No grazie - un viaggio nelle scuole italiane", Edizioni Multimage, Firenze. Suonatore di flauti etnici, marranzani, calimbe e ocarine, collabora agli incontri internazionali di poesia "Napolipoesia" 2000 e 2002 (a Napoli) e "Il cammino delle comete" 2002 (a Pistoia) suonando, tra gli altri, con Lance Henson (poeta Cheyenne), Carter Revard (Osage), Hawad (Tuareg), Carmen Yanez (Cile), etc. Partecipa a diversi reading poetici sia come autore di testi che come musicista. E' in preparazione il suo primo libro di poesie "Civiltà cannibali": la poesia come impegno umano e civile. Tutte le sue iniziative, editoriali e non, sono caratterizzate da un impegno no-profit e servono anche a sostenere la causa dei due prigionieri amerindiani coi quali corrisponde.