Il cacciatore

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Era una notte di mezz'estate, come tante. Io e la mia ragazza, Katie eravamo a fare una bella cena a lume di candela in un piccolo locale costruito sulla riva di un lago. Avevo intenzione quella sera di farle la fatidica proposta. Non ebbi tempo. Dopo mangiato andammo a passeggiare sulla riva del lago. Il silenzio calò nel buio della notte. Non si sentiva neanche il verso della cicala quella sera.
Alla mia ragazza piaceva un sacco tutto quello che non era "normale": era appassionata di stregoneria, magia, pratiche che a quanto vedevo si stavano diffondendo su molte adolescenti. Lei mi raccontò che aveva letto una leggenda su questo lago. Si diceva che in tempi passati era il rifugio di una creatura cacciata dall'Eden da Dio ancor prima degli uomini, il suo nome era il Cacciatore. Venne esiliato perché adorava distruggere ciò che Dio creava, soprattutto la sua creatura prediletta: l'Uomo. Fu lui che causò le grandi estinzioni, la decimazione del popolo europeo nel Medioevo.

Ma prima doveva essere svegliato.
Mentre parlavamo di questa legenda trovammo sulla rive del lago un foglio. Pareva molto antico, era scritto in latino. Avevo una brutta sensazione. Dopo avrei capito perché. La mia ragazza lo raccolse, scrutò quelle buie lettere e lesse ad alta voce. Lì cominciò l'Inferno. Ad un tratto una luce stava uscendo dall'acqua, fuoco e fiamme si levarono in cielo e vidi la creatura temuta persino da Dio: il Cacciatore. Le sue sembianze erano quelle del Diavolo descritto nel Medioevo. Testa di caprone, corpo da uomo. Io e Katie scappammo ma non servì a niente.
Vidi il mio unico amore preso dalla creatura e massacrato a morsi. Non sapevo che fare. E allora pensai: "Se non posso vincere il nemico perché non allearmi?". E Il Giorno del giudizio arrivò.

Stefano Gurciullo