Il viaggio

Il treno correva veloce e dal finestrino case ed alberi si inseguivano senza mai raggiungersi. Solo le montagne in lontananza sembravano ferme, immobili... Lo sguardo fisso di Massimo verso un punto indefinito quasi a voler stendere un filo invisibile tra esso ed i suoi occhi. Un filo dove poter appendere tutti i suoi pensieri per recuperarli al ritorno. Per un attimo ripensò al viaggio che stava effettuando, alla voglia di staccare la spina da tutto e da tutti. Gli rivennero in mente gli occhi della signorina dell’agenzia che lo convinse a prenotare per quella destinazione nemmeno segnata sulla cartina geografica: “E’ un posto bellissimo poco frequentato, che cattura e da dove nessuno mai vuole tornare indietro”. Il treno era stranamente vuoto tanto che Massimo aveva la disponibilità totale del suo scompartimento.
Ad un tratto una voce: “Posso sedermi qui?”
Massimo si voltò sorpreso. Una donna piacente sulla quarantina, era entrata nello scompartimento.
“Sì... Sì prego...” rispose lui.
La donna si accomodò. I loro sguardi per un attimo si incontrarono e Massimo rimase catturato dagli occhi di lei.
“Io mi chiamo Lilli”
“Massimo... Piacere...”

“Un viaggio lungo; non trova?” disse la donna
“Bè... Abbastanza... ” rispose Massimo
“Vedrà una volta a destinazione non se ne pentirà di aver scelto Ferinon come destinazione”
“C’è già stata altre volte?” chiese lui curioso.
“Oh... Sì... Diciamo che sono una pendolare...” rispose la donna ridendo.
Massimo continuava a fissare la donna. Lilli le ricordava il suo primo amore, Veronica, di quando era poco più che diciottenne. Un amore folle ed intenso che finì poiché Massimo si innamorò di quella che poi sarebbe divenuta sua moglie.
Le cose non furono rose e fiori poiché dopo qualche anno divorziò e da quel momento in poi solo avventure senza senso che altro non portarono che desolazione in lui. Era per quello che aveva deciso di staccare la spina decidendo di intraprendere il viaggio.
Ripensò a Veronica ed a quanto era stato brusco nel lasciarla; gli rivennero in mente le parole di lei rotte dal pianto “Un giorno staremo assieme di nuovo...” Poi la vita ebbe il suo corso e di Veronica, Massimo non ebbe più notizie, ne lui pensò più a lei sino a quel momento.
Ora però era Lilli a fissare Massimo... Uno sguardo intenso... Massimo cominciava ad essere coinvolto da quel gioco di occhiate e la totale assenza di altre persone, cominciò a far nascere in lui, un desiderio intenso. Lilli si accorse di questo ed avvicinò le labbra a quelle dell’uomo, che dopo un primo momento di imbarazzo, bacio appassionatamente la donna.
I loro respiri diventarono sempre più affannosi, e le loro mani avidamente perquisivano i loro corpi reciprocamente. Oramai non pensavano più alla possibilità che qualcuno potesse entrare improvvisamente nello scompartimento, e coglierli in quel loro atteggiamento. Lei sbottonò la camicetta guardando Massimo con desiderio e lui era lì, in attesa di poter accarezzare i suoi seni.
C’era qualche cosa in quella donna che faceva sì che fosse come se da sempre l’avesse conosciuta.
Ad un tratto lo stupore negli occhi di lui... Sul seno destro quel tatuaggio... Istintivamente Massimo guardò gli occhi di lei ed esclamò “Veronica!”. La donna rispose “Sì Massimo! Sono io come sarei stata all’età in cui ora mi vedi... Dopo che sei andato via, in preda al dolore, decisi di uccidermi, di farla finita e tu sai quale è il destino per chi si toglie la vita? L’INFERNO” Massimo era li in totale confusione e non riusciva a capire cosa stesse capitando: “Non può essere! Non può essere!” gridò disperatamente... Guardò di nuovo lei e vide che ora aveva le sembianze della Veronica che lui aveva conosciuto, solo bianca in volto e con gli occhi scavati e chiarissimi. Tentò di fuggire via ma non ne ebbe la forza. Lei aggiunse “Ricordi anche che io ti dissi che un giorno saremmo stati sempre assieme ?“ Lui non rispondeva, rannicchiato sul sedile e con il terrore negli occhi.
“Ora sai dove continueremo la nostra storia d’amore?” domandò lei sadicamente “No... No..” rispose lui “All’INFERNO!” gridò lei ridendo. Massimo in preda al terrore ebbe un momento di lucidità e ripensò al nome della località accorgendosi che Ferinon altro non era che l’anagramma di INFERNO. Ripensò a quanto gli disse la signorina dell’agenzia “E’ un posto bellissimo poco frequentato, che cattura e da dove nessuno mai vuole tornare indietro” e si accorse che quel “vuole” altro non significava che “può”. Guardò ancora Veronica accorgendosi che il suo corpo vivo ma senza vita era putrefatto ed un ghigno malefico disegnava la sua bocca lasciando intravedere i denti ingialliti e radi.
“Bravo Massimo!” disse Veronica, hai capito tutto ora. Hai capito quale destinazione raggiunge questo treno “E l’agenzia... L’agenzia?” chiese Massimo.
“L’agenzia?” disse Veronica ridendo sguaiatamente.
“Abbiamo molte di quelle agenzia nel mondo...” rispose lei lanciando un diabolico ghigno.
Il treno si fermò di colpo. “Siamo arrivati amore mio!” disse ironicamente la donna.
“Noooooooooo !!!” Veronica avvolse Massimo portandolo con sè...

Marco Bianconi