Turning point

Ricordo solo un vecchio in piedi in un parco londinese, è un ricordo senza tempo ormai, probabilmente legato ad uno dei miei molti viaggi a Londra quando ero giovane.
Ricordo questa parola come un monito “Turning point” associata alla data “2020”... non capivo, non potevo capire, ero piccolo allora.
Il vecchio sbraitava in un inglese facilmente comprensibile, parole che richiamavano l’apocalisse ma che non erano propriamente riferite a quest’ultima.
Si parlava di un ritorno alla purezza del mondo intero, di un rinvigorimento dello spirito e del fisico per tutti gli esseri che avevano calpestato il mondo dalla sua creazione fino alla data del “turning point”.
Non capivo.
Molti ridevano, apostrofando il vecchio come “pazzo barbone ubriaco”, molti erano seri e ascoltavano le sue teorie senza battere ciglio, molti gli credevano.
Io non saprei dire in quale di queste persone mi riconoscevo, so solo che lo ascoltavo con un misto di spensieratezza e curiosità, e non gli davo molto peso in quel frangente della mia vita.
Ma ora che sono affacciato alla mia finestra e vedo il mondo impazzire, ora a distanza di tanti anni, comincio a ricordare quell’incontro e rido amaramente... pensando a quel vecchio.
Alle 23:59 e 59 secondi precise del 31 dicembre del 2019 il mondo è impazzito.
Sono due ore che osservo il mio orologio, e non fa le 02:00 di mattina del 1° gennaio del 2020, ma le 22:00 in punto del 31 dicembre del 2019.
In principio nulla mi fu chiaro, e fu altrettanto per tutta l’umanità, ci volle poco tempo però prima di capire realmente cosa stava succedendo.
I primi a ritornare in vita furono le persone in attesa di sepoltura, ferme nelle camere mortuarie, si alzarono e cominciarono la loro vita, come se una nuova nascita aveva avuto inizio.
Poi toccò ai defunti in ordine cronologico, cominciarono a tornare tutti alla vita e a camminare su questo mondo nuovamente, poi la conferma finale avvenne quando i neonati cominciarono a morire nei ventri delle madri e allora capimmo tutti.

Il mondo stava tornando indietro alla purezza, proprio come predisse quel vecchio.
Allora anche i dinosauri cammineranno un giorno nuovamente.
Mi ero fatto delle ferite ed esse sparirono l’esatto momento in cui nella vita normale me le ero fatte, stavamo tornando indietro, tutti e lentamente.
Io dopo un anno mi accorsi che alcune rughe mi erano sparite, stavo ringiovanendo e sarei anche io morto nel ventre di mia madre come tutta l’umanità... ma non solo le rughe e la vecchiaia spariva; sparivano anche i palazzi le opere umane piano piano, tempo al tempo.
I primi morti che si erano alzati dalla fredda terra erano dei distinti signori, e venivano riammessi nella vita sociale, lavoravano, compivano il loro ciclo vitale al contrario e avrebbero appreso al contrario...
Infatti avrebbero lavorato cancellando ogni giorno le loro conoscenze e avrebbero studiato perdendo nuovamente tutte le nozioni apprese in una vita, fino ad arrivare ad essere neonati e morire nelle pance materne.
Io stesso perdevo ogni giorno qualche grado della mia conoscenza e cominciavo a comprendere come tutti a cosa andavo incontro.
Che strano destino, si nasceva nelle pance e si moriva nella nuda terra; ora tutto è l’inverso...
La terra è la nostra genitrice.
Ma forse è sempre stato così... o no?

Cesare Coticoni