L'ultima vita

Sono tre giorni che mi sono rifugiato in questo scantinato, quattro mura ed una porta, la sete mi sta logorando l’animo, ho bisogno di bere, un bisogno disperato, ma non posso uscire, loro mi stanno cercando ed ora saranno vicini, troppo vicini.
Forse sono l’ultimo, hanno ucciso senza pietà donne e bambini, li hanno bruciati vivi o decapitati, il campo di biancospini è pieno di teste sanguinanti, occhi morti senza timore in visi pallidi di furore.
Adesso loro sono là fuori con le armi affilate per l’ultima esecuzione, dovrei aprire questa porta davanti a me e fuggire nella notte, ma la mia gola è arida e le mie gambe stanche e così attendo rassegnato come il condannato che aspetta il boia. Già sento arrivare i primi, stanno battendo sull’ingresso principale, presto la porta cederà e saranno dentro.
La mia condanna si avvicina e non riesco a capire come abbiano preso il sopravvento, con le loro facce invasate ed i loro cuori desiderosi di spargere morte hanno portato il flagello fin dentro le nostre dimore, presto questa terra sarà loro e niente rimarrà della nostra antica civiltà.
Ecco sento i loro passi, scendono le scale a ritmo frenetico, le voci sono concitate, emettono versi come fiere eccitate al banchetto ed io sarò l’agnello del sacrificio, le loro lame lacereranno la mia carne ed il loro fuoco mangerà la mia pelle.

E’ arrivato il momento, stanno colpendo la mia porta ed il primo cardine è andato, le loro grida si innalzano in un ululato, il tempo di arretrare verso il muro e dov’era la porta adesso ci sono loro, il primo balza verso di me e percepisco appena il fruscio dell’aria tagliata dal paletto che si và ad appuntare nel mio cuore, sono senza scampo,
mi è sopra e il crocifisso che porta al collo mi sfiora il mento, i suoi occhi sono fissi nei miei e per un attimo mi sembra di scorgere un impeto di pietà, per me che una volta ho vissuto da uomo come lui, ma subito il paletto scende più a fondo nel petto e sento scivolare via la mia vita di Vampiro.

Maurizio Brucchietti

Sono nato e vivo a Roma dal 1974. Sono impiegato come programmatore e scrivo per hobby,  anche se difficilmente riesco a portare a termine le mie opere. Adoro i racconti dell'horror e penso che a volte siano molto più accettabili della realtà popolata da esseri che si credono umani, ma spesso sono più brutali degli esseri che definiamo mostri. Gli autori che prediligo sono Stephen King e Clive Barker e non mi dispiace avventurarmi per altri generi letterari.