La gracula

L'astronave circumnavigò più e più volte il grosso pianeta azzurro cobalto poi quando si resero conto, senza tema di smentita, che non vi era altro luogo costituito da terra emersa che quel piccolo isolotto che avevano più volte sorvolato, i due astronauti al comando decisero di atterrare.
E lo fecero nell'unica radura che si intravedeva nel mezzo di una folta e rigogliosa vegetazione.
L'atmosfera era perfettamente respirabile - gli strumenti di bordo lo avevano evidenziato fin dal primo momento - per cui decisero di uscire dall'astronave immediatamente senza indossare alcuna tuta di protezione e di iniziare senza frapporre indugio la ricerca di vita intelligente.
Il luogo era spettralmente silenzioso, nessun suono intellegibile, nessun verso di animali, niente di niente se non il rumore prodotto dallo stormire delle foglie sotto il leggero vento che soffiava dai quattro lati dell'isola e quello delle onde che si frangevano sulle basse scogliere che la circondavano.
I due si guardarono negli occhi perplessi, poi notarono una specie di sentiero e decisero di seguirlo.
Non li ci volle molto per raggiungere un'altra piccola radura, perfettamente mimetizzata dall'alta vegetazione, dove, con notevole sorpresa, notarono due esseri impegnati nell'evidente tentativo di accoppiarsi mentre un volatile, una gracula, saltellava loro intorno chiamandoli per nome:"Adamo, Eva, Adamo, Eva!".

I due però non le davano assolutamente retta impegnati come erano nella copula, fino al momento in cui il maschio, infastidito come non mai, si staccò dalla femmina ed afferrato un grosso bastone si dette, senza profferir verbo, all'inseguimento del volatile che iniziò a gridare come un ossesso:"Adamo non fare male a Cecca, Adamo non fare male a Cecca".
E fu allora che uno dei due alieni balzò fuori dal cespuglio e con la sua arma fotonica polverizzò prima Adamo e poi Eva.
Non poteva certo assistere immoto a che quella bestia facesse fuori l'unico essere, evidentemente pensante, del pianeta.
Chiamò il collega, guadagnarono il centro del piccolo spiazzo ed attesero Cecca.
Il volatile non si fece pregare. Si avvicinò sculettando, fece un balzo, si appollaiò sul ramo di un albero e ricominciò la sua litania:"Adamo, Eva, Adamo, Eva… Adamo non fare male a Cecca".
I due si guardarono perplessi e compresero di aver preso un mastodontico granchio.

Michele Ciorra