Nel giorno della nostra morte

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

Mancano cinque minuti.
Mai avrei pensato che sarebbe accaduto in questa maniera. Si vive con la consapevolezza della morte senza che tale pensiero raggiunga il livello di coscienza: viviamo, agiamo e reagiamo come forniti d'un'impossibile eternità. Adesso che la morte m'è vicina m'accorgo che ho vissuto avendola sempre accanto.

 

Mancano quattro minuti.
Volo tranquillo finché siamo entrati nella turbolenza che ha impresso all'aereo vibrazioni e scossoni. Un improvviso boato: un fulmine ha colpito un'ala portando via un motore e facendo perdere l'assetto. Abbiamo cominciato a scendere giù, dapprima planando e poi, decisamente, precipitando. Rapido calcolo: impiegheremo cinque minuti a toccare terra.

 

Mancano tre minuti.
Ci hanno detto di prepararci ad un atterraggio d'emergenza. Non vedo dove giacché stiamo sorvolando una zona montagnosa. All'impatto col terreno l'aereo esploderà e con esso anche noi. Le ossa si frantumeranno e brandelli dei nostri corpi saranno sparpagliati in un raggio di chilometri. Chi ci troverà avrà orrore di noi. I nostri parenti stenteranno a riconoscerci e saranno costretti a portare via quel poco che riusciranno a raccattare: per dare sepoltura e una lapide con il nostro nome, probabilmente ad un estraneo.

 

Mancano due minuti.
Vedo gli altri passeggeri rannicchiati contro i sedili, come ci hanno suggerito gli assistenti di volo, nella vana speranza che ciò possa servire ad avere scampo. Alcuni di loro pregano, ricordandosi forse soltanto adesso del Dio in cui credono. Solo un miracolo ci potrebbe salvare. Che grande occasione avrebbe Dio per dimostrare la sua potenza e la sua esistenza. Mi viene voglia di sfidarlo. Salvaci e crederò in Te.

Mancano trenta secondi.
Appena il tempo di completare quanto sto scrivendo. Lo celerò sotto i vestiti sperando che venga trovato insieme a quanto rimarrà di me. Unica testimonianza della mia anima. Unica immortalità che mi viene concessa.

 

Mancano dieci secondi.

Nato nel 1946 – Medico di famiglia – Vivo e lavoro a Palermo – Sposato – 3 figli e 1 cane. Passatempi: collezionismo, cinema, biliardo, pittura, letteratura (con preferenza per il genere horror che ritengo ottimo pretesto per rappresentare le problematiche umane). Ho collaborato e collaboro con alcuni periodici a diffusione locale o regionale (CB Sicilia, Il Castello, Il nuovo Ciclope, Palermo Sport) e partecipato a qualche Concorso Letterario con alterni risultati: un secondo posto e alcune segnalazioni. Con Edizioni Anteprima ho pubblicato un romanzo dal titolo “Garibaldi ha dormito qui”. Da alcuni anni ho scoperto Internet e la possibilità di pubblicare in rete e di collaborare con siti amatoriali e webzine inviando recensioni letterarie e articoli. Miei racconti e articoli sono pubblicati (e riciclati) su numerosi siti.
Insieme a Carlo Menzinger (di Firenze, conosciuto per caso in web e con il quale non ci siamo mai incontrati) ho scritto un romanzo a quattro mani, utilizzando esclusivamente l’email: “Se sarà maschio lo chiameremo Aida” pubblicato a puntate su Liberodiscrivere.