Il cartolaio

Secondo me nasconde qualcosa.
Sono passato davanti al suo negozio, questa mattina.
Lui era chino su un foglio di carta, scribacchiava...
Sta sempre a scrivere, quando non c'è gente.
Si veste sempre di nero, non l'ho visto mai parlare con nessuno.
Serve i clienti, questi se ne vanno, e lui torna a scribacchiare.
Non ha figli, per quel che ne so. E neanche moglie.
E' regolare, nei suoi orari. Preciso come un'orologio svizzero: arriva alle otto, spazza la strada davanti al suo piccolo negozio, apre alle nove. Chiude alle sette emezzo. Precise, al tocco della lancetta.
I suoi modi sono molto cortesi, ma freddi e distaccati.
Lo tengo d'occhio.

 

***

 

La panetteria dove lavoro è proprio davanti alla sua cartoleria. Lo osservo pressoché di continuo.
Voglio capire chi è, e che cosa sta cercando di seppellire.
Da un po' di tempo è impallidito, e dimagrito.
Qualcosa lo consuma.
Comunque è sempre in ordine, sempre silenzioso... chissà quale segreto giace nascosto dietro la sua aria mite.
Perché lui è uno di quei tipi che tranquilli tranquilli prendono a martellate la moglie in testa.
In mancanza di moglie forse potrebbero anche far fuori il tipo della panetteria di fronte... ed il suo garzone che lo tiene d'occhio.
E intanto sta lì a scrivere chissà che cosa.

Adesso scrivere non gli basta più. Parlotta da solo. Mi fa quasi paura.
A volte sorride, accarezza l'aria...
Anche il panettiere scuote la testa quando lo vede.
Da qualche tempo legge riviste strane, roba di medicina.
Si è fatto installare un PC. A che gli servirà, poi...
Sta lì appiccicato tutto il giorno.
Su internet.
Ma proprio tutta la giornata.
Avrà beccato qualche setta strana on-line.
Qualche volta s'incanta e fissa il vuoto, poi riprende a battere i tasti più frenetico di prima.
Ed è talmente pallido e tirato che mi fa quasi paura a guardarlo.
Sembra allo stremo delle forze.

 

***

 

Giancarlo, il panettiere, mi ha detto che il cartolaio una moglie l'ha avuta.
Ci sono delle sue fotografie al negozio. Pare che sia morta in circostanze strane.
Lo sapevo che c'era qualcosa.
Un incidente, dice lui.
DICE LUI, ha sottolineato Giancarlo.
Lo tengo d'occhio più di prima.
Adesso ha un'aspetto davvero spaventevole.
Tutto pelle ed ossa nei suoi abitucci neri.
La sua espressione è diventata torva, davvero spaventosa.
Illuminato dalla luce dello schermo del suo computer è spettrale.
Talvolta mi vede che lo guardo, e lui si gira e MI SORRIDE.
Io gli faccio capire con lo sguardo che so TUTTO. Che ho capito quello che nasconde.
Sono giorni febbrili questi.
Lui sembra quasi spaventato da me.
Talvolta mi lancia occhiatacce, ma io non mi faccio spaventare.
Non mi parla, non mi ha mai parlato.
Il suo atteggiamento è ancora più circospetto.
Cosa vuole nascondere, ormai!

 

***

 

La gente del quartiere era rimasta scioccata, la città era allibita.
Era uno di quei casi che scatenano la curiosità nazionale, che portano a discussioni in TV, che turbano per qualche settimana le false coscienze delle persone.
Le troupe televisive avevano assediato il quartiere per qualche giorno.
Chi si poteva intervistare era già stato intervistato.
La cartoleria era chiusa, i nastri della polizia bloccavano l'accesso ai curiosi.
Tutti si chiedevano com'era potuto accadere e se si poteva evitare.
Il ragazzo... sempre cordiale... ed il vecchio, chiuso in sé stesso e nel suo lutto... che chattava con persone come lui.
Com'è possibile che un giovane uccidesse a martellate un vecchio ed innocuo cartolaio che scriveva poesie alla moglie morta e che talvolta parlava con lei?

Chiara Lecito