L'ultimo plenilunio

Castle Rock. 21 giugno 2000. Era una sera come tante. Una di quelle serate dove, un gruppo di ragazzi come tanti, si riunisce intorno ad un fuoco sulla spiaggia a festeggiare l'arrivo dell'estate, strillando canzoni alla luna, ridendo, scherzando e, inevitabilmente con il calare della notte, a raccontarsi vecchie storie. Non le solite storielle ma, quelle storie che dopo un po' ti rapiscono i sensi, ti fanno sentire dentro quell'ansia, quell'angoscia che aumenta sempre di più e che si cerca di nascondere… quelle storie che si tramutano in leggende fantastiche, terrificanti, dove l'angoscia e l'ansia che si avvertivano un attimo prima, si tramutano e vengono sopraffatte dall'agitazione, da quella sensazione che una volta in te, non riesce più ad allontanarsi…. diventano paura.
E, proprio in questa atmosfera che uno di quei ragazzi inizia a raccontare la sua di storia. Jack era stato in silenzio ad ascoltare gli altri narrare le solite vicende di vampiri sanguinari, fantasmi vendicativi e morti viventi… tutte cose che mettono paura sì ma, già sentite e risentite. Beh, lui aveva un'altra vicenda da raccontare, una di quelle che una volta iniziata non la si riesce più a smettere di sentire.
"Sentite, è quasi l'una, si sta facendo tardi, sarebbe meglio andar via che ne pensate ?" Con queste parole, uno dei ragazzi diede fine ai racconti e, alzandosi in piedi, stava convincendo tutti ad andare a dormire.
"NO, ancora no! Voglio raccontarvi io l'ultima storia di stasera e poi, ce ne andremo… ok? " Jack interruppe così con un tono imperativo, minaccioso e quasi spaventoso il suo silenzio tanto che gli altri ragazzi guardandosi negli occhi, non poterono far altro che dargli retta e rimettersi seduti ad ascoltarlo.
"Conoscete la leggenda della vecchia torre di Castle Rock… proprio quella alle vostre spalle… lì sulla scogliera… non vi hanno mai raccontato nulla su quella torre e, degli ululati che ogni tanto, nelle notti di luna piena si sentono venire da lì? Io, credo di no… quindi ascoltatemi!"

Il silenzio rapì l'aria intorno alla spiaggia; e l'eco delle risate di un attimo prima, lascio il posto al soffio di un vento leggero che si era alzato quasi senza farsi sentire, come il rumore di passi lontani che sembrano avvicinarsi sempre di più… sempre di più…
E così Jack cominciò il suo racconto.
"Tutto ebbe inizio qui quasi 100 anni fa, il 20 giugno del 1900. Castle Rock era solamente una piccola cittadina con poco più di mille abitanti. La gente viveva di raccolto, pesca e caccia senza dover pensare ad altro.
Ma la pace e la tranquillità, purtroppo non duravano sempre. Un incubo terrorizzava le persone ogni notte di plenilunio… un incubo che ogni notte di luna piena era presente e, prendeva le sembianze di qualcuno anzi… qualcosa… qualcosa di orribile, spaventoso. Dalla vecchia torre degli ululati, si alzavano sulla città come ad avvertire l'arrivo della morte. In quella torre, viveva un lupo mannaro.
Con il calare delle tenebre, anche nei cuori delle persone scendeva il terrore che prendeva forma fuori dalle loro teste con il suono di un grido intenso e agghiacciante… un urlo lontano proveniente dal tetto della torre… un urlo che con il passare del tempo assumeva un tono più acuto e orribile… un urlo che si tramutava in ululato. Quell'eco lontano rimbombava in tutti i vicoli della città, e si avvicinava sempre di più… ma dove stanotte… in quale casa. Niente riusciva a fermare la violenza con cui la belva si scagliava contro cose o persone. Ogni notte, qualcuno non riusciva a sprangare l'entrata della propria casa a dovere e, quando si sente l'ululato proprio dietro la propria porta, è troppo tardi per cercare di farlo. E' lì. Dietro pochi centimetri di legno. L'ululato s'interrompe ma, è solo l'inizio della fine. Il respiro pesante, affannato, rauco dà la sensazione di qualcuno che sta trasportando da molto tempo qualcosa di pesante… di avere almeno 100 chili sulle proprie spalle da più di un'ora. Poi d'improvviso di nuovo l'ululato, ma ancor più forte e agghiacciante di prima. Il lancio di una folle corsa verso la porta e, un colpo deciso come un tuono. Il terreno trema ad ogni carica della belva verso quell'uscio che sembra diventare di cartone. La porta in legno sembra reggere ma… un colpo dopo l'altro le tavole si sgretolano sempre di più, fino a lasciar intravedere gli occhi rosso fuoco, il muso di un lupo ma prolungato ancor di più verso l'esterno e le zanne affilate e sporgenti che avrebbero dilaniato e sbranato qualsiasi cosa si fosse trovata sulla loro strada. L'ultima carica che demolisce definitivamente la porta e poi, silenzio. E' entrato. Il terrore negli occhi nel vedere quella creatura. Un corpo simile a quello di un uomo a quattro zampe. Inarcato, con il petto rigonfio e ricoperto da una scura peluria che lasciava intravedere il gonfiare ed il comprimersi delle costole ad ogni fiato. Le mani ed i piedi, erano allungati oltre il normale, coronati da unghie lunghe color giallo ocre, rovinate come se avessero già scavato la tomba della prossima vittima.
In quella circostanza, dietro quella porta, c'era una famiglia composta da quattro persone: padre, madre e due bambine di poco più di 2 anni. L'uomo con un fucile in mano, si contrappone a far scudo tra il mostro e le sue donne. Carica l'arma ma, non fa in tempo a puntarla che con un balzo, il lupo mannaro gli è addosso. La creatura gli addenta il collo e comincia a sbranarlo mentre è ancora vivo. In ogni morso, un brandello di carne si strappa e dopo pochi secondi la testa di quel poveretto, si stacca rotolando fino ai piedi della moglie. Fuggire…. gridare… è tutto inutile; nessuno gli aiuterà, nessuno li sentirà, nessuno vorrà sentirli. Le bambine per mano della madre, corrono verso la porta ma, dopo pochi passi, la belva è già davanti a loro. Con un salto le mette a terra sotto la sua enorme mole e comincia a brandire ogni parte dei loro corpi con le fauci, strappandogli mani… braccia e divorandole, fino a lasciare al suolo pochi irriconoscibili resti.
E così, come si era avvicinato quasi dal nulla, quell'ululato si allontanò di nuovo verso la scogliera, verso la vecchia torre di Castle Rock.
La mattina seguente, il popolo si riunì in piazza e decise che al calar del sole di quello stesso giorno, verrà posta fine a questa disgrazia che da troppi anni ormai terrorizzava Castle Rock. E' il tramonto ed armata di asce, falci, torce e fucili, la città s'incamminò verso la vecchia torre. Nessuno prima d'allora aveva mai avuto il coraggio di provare solamente ad avvicinarsi a quella che sembrava essere la casa del diavolo. Mentre scendevano le tenebre, arrivarono tutti davanti l'entrata senza portone di quella vecchia roccaforte.
E' notte e, come d'incanto, la luna apparve tra le nuvole. Venti fra tutti gli uomini si schierarono come soldati per un'esecuzione, davanti a quell'uscio, pronti ad uccidere qualsiasi cosa fosse uscita fuori. E d'improvviso l'urlo. Quell'urlo stridente che in pochi istanti cambiò forma e divenne l'ululato orrendo che tutte le notti di luna piena, entrava sotto forma di paura nell'anima della gente. Proveniva dall'alto e, riecheggiava ancor di più mentre la creatura scendeva veloce attraverso la torre fino a terra. Poi si fermò lì, dietro un'ombra più scura della notte stessa a pochi passi dall'ingresso, attraverso la quale si potevano scorgere solamente gli occhi infuocati di quel mostro. Silenzio… troppo silenzio. Un silenzio che impaurisce più dell'ululato. Le armi erano cariche e, bastava una leggera pressione dell'indice sul grilletto per aprire il fuoco. Ed ecco il lupo mannaro uscire con un balzo verso i fucili, verso quei fucili che non aspettavano altro che rendere giustizia a tutte le persone uccise in questi anni. FUOCO, FUOCO E ANCORA FUOCO! Il mostro, non riuscì nemmeno a terminare il suo salto che rovinò al suolo sotto le centinaia di colpi delle carabine.
Rimase a terra, morto; con il corpo straziato dai proiettili ricevuti… quei proiettili che agli occhi della gente, sembravano essere ancora pochi.
Il licantropo, venne seppellito dentro la torre ma non era veramente la fine. Il prete del villaggio avvisò gli abitanti che il loro incubo quella notte era finito ma, lo spirito di quella creatura demoniaca avrebbe vagato ancora nella torre, svegliandosi dopo cento anni dalla sua uccisione alla stessa ora in cui fu seppellito e, avrebbe ricominciato a portare sangue, orrore e morte.
Ed è per questo che nelle notti di luna piena, se si guarda verso la vecchia torre, si possono ancora oggi udire gli ululati del demone del lupo mannaro".
Jack concluse così la sua storia tra i visi esterrefatti dei suoi amici e, i loro sguardi inchiodati dalla paura.
"Ascoltate… ascoltate attentamente…. sentite… riuscite a sentirli?! " Jack, aveva coinvolto tutti e, mentre si stavano apprestando ad andarsene, la suggestione catturò i ragazzi e, guardando la torre gli sembrava di poter ascoltare veramente gli ululati.
"E basta! Siete diventati tutti stupidi! Andiamo a dormire invece di continuare a raccontarci idiozie!" Ma l'incredulo amico di Jack, non fece in tempo a finire di parlare che, in quello stesso istante il fuoco si spense e, un urlo si levò dalla torre… un urlo feroce, terrificante, acuto… un urlo che si tramutava sempre di più in quell'ululato di morte del racconto di Jack. Ora la paura si toglie dalla scena per far subentrare il terrore. Era vero… era tutto vero. Dopo cento anni, la creatura si era risvegliata dal suo sonno per tornare ad uccidere. Il panico prese il sopravvento ed i ragazzi, con molto confusione si sparsero sulla spiaggia a qualche metro l'uno dall'altro. Il buio li circondava e quell'ululato sembrava avvicinarsi sempre di più. La luce della luna lasciava intravedere appena i riflessi dei loro occhi impauriti, spaventati ed increduli su ciò che stava accadendo in quel momento. Poi, intorno a loro il silenzio. L'ululato che fino ad un attimo prima sembrava lì a pochi metri, non si sentiva più ed al suo posto, qualcosa di ancor più inquietante e orribile si era fatto spazio tra loro. Si sentiva in mezzo ai sospiri angosciati dei ragazzi, un respiro diverso, particolare… si sentiva quel respiro… quel respiro affannato e rauco del racconto di Jack, lo stesso respiro che un attimo prima avevano solamente immaginato. Gli sguardi impietriti di quel gruppo d'amici, si rivolsero verso quel respiro e sotto la luce del plenilunio, le loro paure presero vita, delineando le fauci affamate di carne, gli occhi rosso fuoco ed il corpo del mostro della torre di Castle Rock.
Gridare o fuggire, sarebbe stato inutile perché quella notte, nessuno li avrebbe potuti aiutare…. nessuno gli avrebbe potuti sentire urlare… nessuno, li avrebbe mai più sentiti… mai più…. mai più….

David D'Aquino

Sono un appassionato del genere horror e di Stephen King, mi chiamo David e sono nato il 02/02/1978, vivo a Roma e, da sempre scrivo storielle di questo genere ma, soltanto ora, ho deciso di inviarne una a qualcuno che possa giudicarla... nel bene o nel male! Faccio il geometra ma, la mia razionalità, è molto molto contenuta!!! Mi piacerebbe poter scrivere per vivere ma, è un mondo al quale possono appartenere solo i più talentuosi e fortunati.