La resurrezione

Numerose erano le facce delle donne e degli uomini che assistevano. Pochi i bambini.
I centurioni issarono la prima croce fatta di legno scuro come il cielo di quelle ore. Con i polsi legati all'asse orizzontale stava un uomo vestito di stracci e coperto di ferite. I capelli sudati e untuosi si muovevano al vento coprendoli gli occhi. La croce sussultò mentre i legionari la fissavano a terra con pietre e terriccio. Nel frattempo su una seconda croce, si agitava un'altro pover'uomo; a tratti piangeva ora forte ora sommessamente. I soldati romani strinsero le corde che lo dovevano fissare alla croce per le braccia. Le vene delle sue braccia e del collo pulsavano come serpenti. I presenti assistevano muti, mentre nubi grigie striate di nero rendevano tutto più oscuro.
Anche la seconda croce fu drizzata; il crocefisso fissava il cielo pronunciando parole che nessuno capì. La veste macchiata di sangue sventolava forte e aderiva al corpo martoriato.
Fu la volta del Figlio di Dio; era steso su una croce più grande e robusta. Le sue membra erano provate dalla sofferenza e dalle frustate. Il sangue luccicava sulla fronte e sulle spine della corona che i centurioni gli avevano posto sul capo. Un soldato si avvicinò stringendo in mano un martello e tre grossi chiodi di ferro. Il Figlio chiudeva e apriva gli occhi e la bocca cercando di respirare o di parlare. Il soldato puntò il grosso chiodo sul polso e calò il martello. Uno, due colpi e il chiodo affondò nella carne e nel legno facendo schizzare sangue. La stessa gelida sequenza portò all'inchiodamento dell'altro polso e dei piedi; per quest'ultimi ci volle un chiodo più lungo e più colpi di martello. Per tutta la durata del macabro rituale alcune donne si coprirono il viso con i loro scialli e solo gli uomini e qualche bimbo curioso aveva assistito all'intera scena. E così anche la terza croce fu alzata. Stava al centro e superava le altre in altezza. Il Figlio ansimava a fatica e il sangue gli rigava il viso confondendosi con le lacrime e il sudore.

Disse:
-"Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno."
Il condannato alla destra si voltò e disse con tono arrogante:
-"Ma tu non sei il Cristo? Dunque salva te stesso e salva anche noi! Sbrigati!"
Il condannato alla sinistra rispose a fatica, tra singhiozzi e lacrime:
-"Taci! Noi siamo in croce perché riceviamo il giusto per le nostre azioni malvagie! Egli invece... egli non ha fatto niente di male... è un uomo buono! Figlio di Dio, ti ricorderai di me nel tuo regno?" Un fiotto di sangue uscì dalla bocca del brigante e spirò.
Il Figlio di Dio rispose:
-"Oggi... salirai con me in paradiso e godrai della pace..."
Per alcuni interminabili minuti la folla e i soldati, che non cessavano di insultare i crocefissi, fecero silenzio. Gli unici suoni erano il soffio del vento, il frusciare delle foglie e lo scricchiolio del legno delle croci. Il sole si eclissò e le nubi resero quel mattino di mezzogiorno buio come la notte. Tutti erano intimoriti e molte donne erano andate via.
Cristo alzò il capo e sembrò proferire qualcosa. Subito dopo scosse il capo più e più volte, piangendo.
Con tutta la voce che aveva in corpo, il Figlio gridò in cielo:
-"Padre nelle tue mani consegno la mia anima!!!"
Tre giorni dopo i corpi morti vennero tolti dalle croci. I cadaveri dei due briganti non vennero richiesti da nessuno, e i legionari li abbandonarono in una fossa comune poco lontano dalla zona dell'esecuzione. Il corpo di Cristo venne invece consegnato ai suoi discepoli e alle loro donne.
Esse piangevano e cercavano di accarezzare il cadavere, gli uomini invece stavano col capo chino a mormorare preghiere e a singhiozzare. Una muta processione, sotto un cielo scurissimo, si mise in cammino verso il luogo della sepoltura. Una stanza circolare scavata all'interno di una parete rocciosa. Con lentezza esasperante Simonpietro e Giuseppe posarono il corpo dentro il sepolcro; alcune donne spargevano olii e aromi profumati. Fatto questo gli uomini fecero rotolare la grossa pietra che doveva fungere da porta e se ne andarono piangendo.
Due notti dopo un soldato romano, che era di guardia al sepolcro per evitare che i fedeli adorassero un uomo morto, sentì un rumore all'interno della tomba. Era come se qualcuno grattasse nella pietra. Il soldato pensò a qualche animale intrufolato chissà come e continuò a passeggiare nei dintorni. Alcuni minuti dopo il rumore cessò, con grande sollievo del soldato visibilmente innervosito.
Il soldato si voltò di scatto. Aveva sentito distintamente la pietra scivolare via dall'imboccatura.
Si avvicinò piano piano e vide uno spiraglio che prima non c'era. Con il gladio in pugno fece alcuni passi verso la pietra e fissò lo spiraglio. Dentro era buio. Scriiiiiiik. La pietra scivolò ancora. Dalla fessura una mano fece capolino. Una mano con il polso bucato e coperta di sangue raggrumato e terriccio. Il masso scivolò di colpo da un lato lasciando completamente aperta la tomba. Il soldato era impietrito dal terrore.
Un uomo stava ritto sulla soglia, avvolto con un sudario macchiato di sangue. I lunghi capelli castani svolazzavano come serpenti impazziti sul suo viso scuro. Fece due passi e si ritrovò davanti alla faccia tremante del legionario.
-"Sorpreso vero? Lo ero anch'io. Non pensavo che il desiderio espresso in un momento di debolezza si potesse esaudire!
Sapevo gia di dover morire sulla croce e l'idea mi spaventava... Per un attimo, solo un attimo, ho pregato il Diavolo...."
Sorrise, scoprendo i denti gialli sorprendentemente lunghi e appuntiti. Con scatto fulmineo, e con somma sorpresa del soldato, quello che era stato il Figlio di Dio si scagliò verso il collo del romano. Affondò veloce i denti nella carne contratta per la paura e lo spavento. Il sangue iniziò a zampillare e il Figlio succhiò avidamente ogni goccia. Il legionario cadde a terra, completamente dissanguato mentre il Figlio si allontanava a grandi passi nella notte.
La mattina successiva Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo andarono alla tomba per pregare e grandissimo fu il loro stupore nel vedere la pietra tombale spostata su un lato. Non si accorsero neanche del cadavere dissanguato dietro alcuni cespugli. Esse entrarono nel sepolcro e non vedendo il corpo di Cristo vennero prese da una sorta di euforia. Uscirono subito facendosi il segno della croce e pregando a voce alta. Ad aspettarle fuori c'era una figura avvolta in un sudario macchiato di sangue e terra.
-"Gesù...." Fu la parola di Maria di Giacomo.
La figura scattò verso le donne e ne sgozzò una con un gesto rapido del polso. Maria di Magdala e Giovanna rimasero come impietrite dall'accaduto. Il Figlio afferrò Maria di Magdala per il collo e affondò l'altra mano nel suo petto. Ella morì sul colpo senza capire cosa le stesse succedendo.
Giovanna indietreggiò pregando e piangendo; il Figlio si avvicinò a grandi passi e in un attimo le fu davanti. Giovanna si trovò con le spalle al muro di pietra del sepolcro. Gli occhi dell'uomo si fecero lucidi e le guance vennero rigate da lacrime scure.
-"Non odiarmi... ti prego! Non riesco a controllarmi... ho deluso tutti voi!" L' uomo pianse "Per un attimo non ho creduto alle parole di mio Padre. Solo ora mi rendo conto... di aver ceduto alle debolezze dell'uomo che era in me!"
Giovanna non sapeva cosa dire, ma pianse in silenzio pregando il Signore.
-"C'è un solo modo... uccidimi! Uccidimi o ucciderò ancora. La sete mi tormenta anche adesso!" Portò le mani al viso e emise alcuni suoni gutturali seguiti da singhiozzi. "Devi uccidermi... ora... Padre..."
Detto questo urlò e scappò oltre i cespugli ringhiando e lasciando dietro di sé il sudario macchiato. Giovanna si inchinò e lo prese tra le braccia. Meccanicamente e senza togliere lo sguardo dal sudario si allontanò e tornò al villaggio. Di tutta questa storia non ne avrebbe fatto parola con nessuno; tutti dovevano ricordarsi, negli anni e nei secoli a venire, di Gesù Cristo, il buono e giusto Figlio di Dio.

Fabrizio Serra