Una storia vera

Sebbene ciò che sto per presentarvi non abbia niente a che vedere con quello che di solito scrivo - almeno per ambientazione e in un certo senso per contenuti - sento il bisogno di raccontare uno dei pochi momenti in cui ho avuto paura, uno dei rarissimi momenti in cui ho sentito necessario chiudere gli occhi per non vedere.
Non mi accadeva da un paio d'anni, da quando al cinema andai a vedere un certo film in versione integrale… Ad ogni modo, qualche tempo fa stavo seduto di fronte allo schermo del computer e navigavo, solo in casa. Fuori, il temporale: un temporale particolare per la violenza dei tuoni, tutt'altro che ordinario considerando la stagione.
Di tanto in tanto sono solito dare un'occhiata al sito rotten.com; la vista di quelle immagini mi fa riflettere ed a volte sorridere, ma mai provare orrore. E' questo che mi spinge a tornare sul sito quando capita.
Quella notte c'era una voce nuova: "Blonde"… Blonde, nome inglese usato generalmente per esprimere il concetto di una bionda, una bella bionda, nel senso più carnale. Su internet, "blonde" vuol dire quasi sesso.
Subito nel mio inconscio questo nome si fissò sotto forma di desiderio, come una promessa… Blonde.
Forse una bella bionda morta da poco, magari appena spogliata… Una bionda che poteva essere ancora desiderata, chissà…
Andai avanti con la prima immagine; quella sera il computer caricava le foto in maniera diversa, come raramente succede: non in maniera progressiva, un pezzetto dopo l'altro… piuttosto, aspettava di aver caricato completamente l'immagine per poi mostrarla sullo schermo di botto.
Di botto.
Fuori, il temporale.
Di botto appare la prima fotografia.
Subito mi rendo conto che ciò che vedo non è proprio quello che mi aspettavo: il braccio destro, le cosce e parte del busto del cadavere, disteso su un nylon posto su un carello da obitorio.
Il colorito della carne è impressionante, verde chiaro con chiazze più scure qua e là, e sfumature violette molto vaghe.
Ha ancora le mutande, bianche, che sembrano aver assorbito del sangue e del siero.

Il mio schermo è poco luminoso, così che l'avambraccio (particolarmente livido) e la mano si perdono nel nero.
Vado avanti con la seconda foto.
Un'inquadratura un po' più ampia: dal bacino in su, la macabra figura rientra nell'obiettivo; la testa poggia sul fianco destro e la faccia è rivolta dalla nostra parte, ma non verso di noi.
Le hanno aperto la camicetta, e le hanno scoperto il petto nudo.
Il cadavere è sicuramente di una ragazza abbastanza giovane, ma i capelli sono così biondi da apparire bianchi, e sfibrati come quelli di una vecchia.
La testa giace sul nylon in un bozzo di sangue nero, simile a quello dei pesci quando sono esposti nelle cassette di polistirolo.
Ma ciò che immediatamente mi fa trasalire sono le labbra nere e l'occhio sinistro… Ridotto ad una pallina giallognola un poco ritirata, galleggia tra la carne affondata un poco nell'orbita del teschio, e vede la luce attraverso la palpebra ritirata e distaccata.
Per fortuna l'iride nera guarda in alto; tuttavia mi chiedo se sia il caso di andare avanti con la terza foto.

 

Quegli occhi…

 

Purtroppo so già che a questo punto arriverò fino in fondo così, trattenendo il fiato, aspetto che la terza immagine appaia di colpo sullo schermo bianco.
Eccola.
Per fortuna è presa dai ginocchi in su guardando dai piedi, ed il corpo così spogliato sembra attendere il proprio amante… ma pensieri di questo tipo decisamente non mi girano più in testa; blonde ha ora acquistato un significato macabro, blonde sono ora quegli occhi, quella pozza di sangue nero in mezzo alla quale giace la testa dai capelli bianchi e gli occhi fissi… Quella faccia, quell'espressione contro la quale non c'è ragione che tenga, si può solo aver paura…
E si può passare alla quarta immagine.

 

Eccola. Stavolta la foto è presa dal lato opposto, da sopra la testa. Spiccano i capelli bianchi come sottili fili da pesca, letteralmente imbevuti di sangue nel lato destro.
E l'orecchio, la cui parte cartilaginea ha trasudato tutto il liquido ed è lì, ferma, colorata di giallo nella parte più putrida… Ma non parlerei di putrefazione qui, quanto di cottura.
Avanti.

 

Lo schermo è bianco è l'immagine si carica senza mostrarsi. Ho paura. Un brutto presentimento…

 

Di colpo ancora.

 

Gelo, il respiro mi si tronca, sento il cuore che ha un sussulto. Vorrei chiudere gli occhi, ma so che dovrei riaprirli ed allora sarebbe finita.

 

Ciò che non volevo vedere.

 

La fronte viola, il teschio. Non mi sta guardando, ma è ugualmente terribile. La palpebra distaccata dall'occhio, cotta come l'orecchio. Gli occhi, le iridi nere senza pupilla. Gli occhi sgonfi come sacchettini di liquido.
Il bozzo di sangue, sangue di pesce.

 

Con che coraggio ed incoscienza avrei potuto andare all'immagine successiva, in una notte simile?
L'uomo è strano…
… Di botto.

 

E' agghiaciante. La stessa foto, ma inquadrata faccia a faccia. La stessa paura, lo stesso impulso. Fuori un tuono.
Ora l'occhio destro sta veramente guardando verso di me. La parte destra della faccia è completamente ricoperta da una poltiglia di sangue rappreso, colato dal naso e dalla bocca.
Si vede bene l'occhio sinistro affondato nell'orbita la cui forma è chiaramente visibile.
Quella creatura non più umana mi guarda attraverso la pupilla nera e rappresa, e pensa…

 

Basta!

 

L'immagine successiva, simile alle precedenti ma con un'illuminazione più diretta che la rende più accettabile. Il viso sembra privo di ossatura, sciolto.
Perché quel bozzo di sangue nero continua a darmi una sensazione di bere?

 

Rimane una sola immagine. Hanno fotografato la testa anche troppo, mi faranno vedere i piedi ora? O una panoramica?

 

Ci spero. Lo schermo torna bianco, l'immagine sta caricando. Ho paura, ormai so che avrò difficoltà ad addormentarmi e che sicuramente sognerò quegli occhi.

 

Eccola.

 

Blonde.

 

Un primo piano degli occhi del cadavere ben illuminati così che possa chiaramente vedere le iridi, completamente grinzose e senza pupille, di un azzurro spento, coperte di rughe sottilissime.
L'occhio destro è sgonfio, il sangue, il verde…
No, ciò che realmente mi toglie il fiato è la vista dei peli ciliari e sopraciliari venuti via con la pelle in un contatto accidentale con le mani di qualcuno… e i bordi delle palpebre così nudi, mentre i piccoli peli giacciono tutt'intorno assieme a brandelli di pelle, come un'orrida cornice attorno a quegli occhi bloccati nell'urlo gelido dell'istante in cui hanno visto la morte…

Giacomo Ferri

Sono nato nel 1983 e abito a Viareggio. Scrivo racconti erotico-macabri ambientati a fine '700. Non sono un appassionato di horror, anche se è un argomento che tocco spesso.