Sono qui e aspetto

Non può cessare di esistere ciò che è sempre stato.
E' da secoli, millenni e anche molto di più che aspetto qui, in questa grotta mai toccata dalla luce del sole.
Nessuno sa che esisto, chi mi ha veduto non è mai stato più rivisto.
Qualcuno in passato aveva intuito che questa grotta non era vuota, ma ormai nelle nebbie della morte sono caduti tutti quelli che sapevano.
Ora sono solo leggenda, a cui non crede nessuno.
E io sono qui a consumarmi, senza sapere com'è la luce del cielo là fuori perchè non posso uscire. Solo io. Verrà il giorno in cui potrò uscire e rivendicare il mio diritto nell'albo dei Grandi Antichi.
Non sono un essere mostruoso come in genere sono descritti tutti gli dei.
La mia forma fu plasmata ad immagine e somiglianza di quella degli ESSERI UMANI.
Ma è il contenuto che cambia. Continuo a cambiare forma seguendo l'evoluzione di questi esseri, anche senza vederli perchè un filo resistente migliaia di anni mi lega a loro.
Prima di essere plasmata umana la mia forma era quella di uno spirito, niente arti mostruosi, odori disgustosi, occhi putrefacenti. Solo spirito. Ma non sono un essere dell'aria, nè della terra, nè delle profondità marine, esisto e aspetto.
Mi hanno relegato qui perchè hanno intuito le mie capacità.
Avrei potuto dominare il mondo per renderlo morte e desolazione come Kuakithu, la costellazione dal quale sono partita per la Terra.
Ma sono qui e aspetto.

La mia rabbia è cresciuta, l'ingiustizia del mio trattamento l'ha resa ancora più ceca. Ma non posso scatenarmi fino a quando il sigillo formato dai Mille Dei dello Spazio non sarà rotto.
Aspetto semplicemente di esplodere e allora io tornerò, forza e distruzione e sarà la fine per tutti quelli che mi hanno ostacolato. Non ho servitori fra gli uomini perchè non servono, il sigillo non può essere rotto da uno di loro e non traggo forza o compiacimento dai sacrifici fatti in mio nome perchè non sono io stessa a compierli.
Sono la Dea della Rabbia e della Distruzione e mi temono soprattutto perchè io posso distruggere le loro orrende forme e rinchiuderli negli oscuri cancelli del tempo dai quali neanche la luce può uscire.
La mia vendetta sarà grande. I secoli passano lentamente e vanno a formare ancora più lentamente i millenni. Non posso sognare sotto il mare come il grande ESSERE che sogna nelle sue profondità, no, la mia tortura deve essere più grande: coscienza.
Ecco la mia dannazione; mi hanno dotato di questa "cosa" umana in tutti e due i sensi: non posso sprofondare nell'oblio e sono costretta a riflettere su ciò che ho fatto e sul mio futuro.
Una divinità non deve rendere conto a nessuno, non ha coscienza del bene e del male.
Ma a me è stata inflitta, ancor prima che gli uomini emettessero i primi versi gutturali, così simili a quelli degli dei, ma cosi diversi.
Mi hanno impresso i principi di una creatura della luce e così urlo nella mia voce senza suono tutto il giorno e la notte per tutti i giorni che furono, che sono e so che saranno.
E urlo perchè dal punto di vista degli umani ho fatto cose orribili che neanche possono essere scritte senza bruciare.
Ma la vendetta riesce a farsi largo nella mia mente corrotta dalla coscienza. Progetto tremende torture per chi mi ha rinchiuso qui.
C'è stato un tempo in cui ero libera e padrona dell'universo. Lo riempivo con la mia essenza. Ero la più potente di tutti e fino all'amara costellazione della Luce Purpurea ero temuta e rispettata. E ora sono qui intrappolata per tutta l'eternità e dopo ancora ad aspettare ciò che non avverrà mai. Nessun dio, per quanto pazzo e corrotto oserà liberarmi, nè ce la farà mai.
Ma io rassegnata aspetto; forma umana nell'oscurità.
Le stelle sono favorevoli per il risveglio di dormienti dei, ma non per me.
Forse una volta liberi causeranno guerre fra di loro e uno dei più giovani chiederà aiuto a me.
Ma nessuno oserà liberarmi perchè tutti mi conoscono e non osano nemmeno nominarmi, io, tabù fra i tabù.
Una notte un uomo di scienza è venuto a incontrarmi migliaia di anni orsono in sogno, assetato di conoscenza e di sapere cosa temevano i grandi dei che aveva.
Non so come è riuscito a passare, forse perchè gli umani possono attraversare il sigillo, come l'acqua un filtro.
Comunque deve aver perso tutti i suoi poteri ed essere stato bandito dal regno dei vivi e da quello dei morti come anche da quello degli dei sennò sarebbe stato bloccato e ucciso dal sigillo.
Povero, doveva aver perduto l'anima e la ragione per voler scoprire il tanto oscuro segreto mai accennato da essere sia vivo che morto. Vagava la sua mente fra questi grandi cunicoli, dove mai nessun altro aveva vagato e mi cercava.
Allora iniziai a fargli sentire la dolce musica della morte, le tenere grida di creature mai viste in questa galassia ma rimaste nella mia mente e infine feci fluire minima parte della mia rabbia lungo le pareti di questa grotta più lunga dell'orbita lunare.
Il povero spirito di sogno aveva iniziato a tremare mentre sentiva le vibrazioni di una rabbia più antica del caos ed era quasi impazzito, ma doveva essere un uomo molto coraggioso perchè andò avanti nell'oscurità. Allora feci cessare tutto perchè mi vedesse.
Mai occhio umano aveva visto la Dea della Rabbia e della Distruzione. Mentre mi tenevo a freno con grande fatica perchè volevo distruggere quella piccolissima coscienza, così il gioco sarebbe finito, il pazzo si fece avanti strisciando ormai mentre io ero rannicchiata in un angolo perchè, ho già detto, avevo forma umana. E fu così che mi vide, ciò che era stato nascosto agli dei e agli uomini, io la Rabbia e la Distruzione.
Il corpo di una pallida ragazza nel quale compressa si annidava la dea.
Gli gettai uno sguardo e capii che avrei potuto servirmi di lui in un modo in ci non avevo immaginato. Ma fu tutto inutile perchè appena gettò uno sguardo nei profondi pozzi di tenebre e caos, di fiamme eterne, peggiori della dannazione più atroce, che si racchiudevano nei miei occhi qualcosa dentro quel che rimaneva della sua anima si spezzò e l'uomo che stava a centinaia di chilometri in un letto sopra di me morì improvvisamente senza lasciare traccia di anima nel mondo dei morti. Quella stessa notte assieme a lui sprofondò il suo continente, nel quale mi trovo seppellita. E ora anche il mare mi nasconde.
Ma ci sono scienziati, così si chiamano ora, che tentano di scoprire il segreto, così ben nascosto, dell'inabissamento di questo regno già così evoluto rispetto al resto della storia umana.
Forse riusciranno ancora a trovarmi oltre le barriere del sonno e il potere infinito del sigillo che li lascerà passare, come acqua.
Ed io aspetto sotto il mare e sotto questa terra di sacrilegi.
Non può cessare di esistere ciò che è sempre stato.

Elena Rossi

E' il primo racconto che finisco, lo dedico a Lovecraft. Mi chiamo Elena Rossi e vivo in un paese in provincia di Piacenza.