Debby

Era una notte di luna piena e le ante della finestra erano aperte. La pallida luce lunare inondava il viso di Debby facendo scintillare i suoi occhi vitrei fissi sulla bambina sul letto.
Carlotta aveva le coperte rimboccate fino al mento, era sveglia, non poteva dormire, non poteva proprio. Era da più di una settimana che non chiudeva occhio, da quando la zia Ruth le aveva regalato quella bambola.
La zia diceva che era magica, che se non veniva curata a dovere piangeva.
Ma Carlotta aveva scoperto fin dall'inizio che quella bambola piangeva solo di giorno mentre di notte faceva tante altre cose. E non tutte innocue. E l'unico modo che conosceva per frenarla era rimanere svegli.
Una palpebra di Debby si chiuse e si riaprì, facendo l'occhiolino alla bambina sul letto.
"No!" Gemette Carlotta da sotto le coperte.
Debby nell'udire quel suono sorrise. La plastica rosa si contrasse accompagnata da un rumore stridulo fermandosi su un'espressione di puro godimento.
Lo sguardo di Carlotta si soffermò sulla bocca di Debby e il suo animo si gelò. Era cambiata. L'aveva sempre avuta chiusa, sempre. Mentre ora era aperta, un piccolo pertugio dal quale si intravedevano dei piccoli dentini bianchi, perfetti, allineati uno affianco all'altro.
La bambola poggiò le mani sul comò e si alzò facendo sventolare la gonna blu, si guardò attorno e puntò il braccino grassoccio verso il letto chiudendo tutte le dita ad esclusione dell'indice.
"Tu!" Esclamò una voce bassa, cavernosa, malvagia.
Il respiro di Carlotta si bloccò, fino ad ora non aveva mai parlato, e non l'aveva mai puntata.
Si era sempre limitata a farle le boccacce, a sbattere le palpebre a turno in una serie di occhiolini maligni e a tormentarla fino all'alba tirandole le coperte da sotto il letto.
Debby saltò giù dal comò con un tonfo attutito dal tappeto azzurro.
Carlotta si sporse dal letto per tenerla d'occhio ma la bambola non c'era. Anche questo non lo aveva mai fatto pensò Carlotta andando a guardare dall'altro lato del materasso.
Vuoto.

Forse era sotto il letto.
"Tanto sono sveglia." Bisbigliò alla stanza silenziosa cercando di farsi coraggio.
Non le rispose. Il cuore le batteva nel petto come una grancassa impedendole di sentire qualsiasi rumore. Passarono i minuti e Carlotta era terrorizzata dall'idea di non poterla tenere sott'occhio.
Per un pò attese che la bambola uscisse da sotto il letto, lo stava sperando con tutte le sue forze, ma quella non si fece viva. Alla fine decise che doveva rischiare, doveva sporgersi e vedere che cosa stava facendo.
Carlotta prese il coraggio a due mani e si affacciò guardando sotto il letto.
Il sangue le andò alla testa facendogliela sentire gonfia. Con lo sguardo andò da una parte all'altra del pavimento ma della bambola non c'era traccia.
"Dove sei.." Piagnucolò tornando nella posizione iniziale.
"Sono qui!" Fece una voce orribile alla sua destra, era tremendamente vicina.
Carlotta non fece in tempo ad impedire alla sua testa di voltarsi e la vide, vide la bocca della bambola a due centimetri dal suo viso, era spalancata, gli occhi di vetro la fissavano con ferocia, le mani impugnavano una forbice troppo grande per quel corpo.
"Sono tutta tua!!!" Esclamò lanciandosi a peso morto sulla bambina.

Joseph Queen